Benedetto Zacchiroli si candida alle primarie del Pd che decreteranno il candidato sindaco a Bologna. Zacchiroli si professa “allievo” di Sergio Cofferati, al quale di ispirarsi: ”Aldilà dei giudizi, Sergio Cofferati è stato un sindaco che ha scelto. E’ questo il sindaco che voglio essere”.
Zacchiroli è un bolognese di 38 anni ed ex responsabile delle relazioni internazionali del Comune al tempo del “Cinese”. L’autoinvestitura è avvenuta in un locale nella zona universitaria tra un centinaio di persone, per lo più suoi coetanei.
Prima di salire sul palco, Zacchiroli (in jeans, camicia grigia e giacca scura) ha abbracciato Giorgio Prodi. “In bocca al lupo”, gli ha detto il figlio dell’ex premier e suo amico d’infanzia, che poi ha aggiunto: ”Benedetto sa che io sostengo Cevenini (candidato in pectore alle primarie e superfavorito) ma credo che faccia bene alle primarie avere un po’ di confronto”.
Presente anche un altro amico, Federico Taddia, autore di Fiorello: ”Quando mi ha detto che si candidava mi ha sorpreso, ma in fondo conoscendolo ci sta”. E nel finale è comparso pure Lucio Dalla (”Mi piacciono quelli che si danno da fare come lui”) .
Parlando a braccio per mezzora e gesticolando molto, il candidato ha lanciato il suo proclama: Bologna è bella ma ”seduta e impantanata”, perciò ”bisogna sollevarla”. Per farlo, ha spiegato, servono sette leve sintetizzate in altrettanti verbi. Prima di tutto connettere, poi scommettere sulle nuove generazioni, aprire nuovi spazi di comunicazione, lavorare insieme, ascoltare esigenze collettive, proteggere i piu’ deboli, guardare lontano.