ROMA – C’รจ un signore di 74 anni che regala 187mila euro in un paio di mesi a ragazze di 18 anni (arrotondiamo per comoditร e per non cadere nel moralismo). Tu che fai, di che Italia sei, accorri o scappi? Ci sono un uomo anziano e ricco e una ragazza giovane, molto, e povera. Si tratta invece della prima di due โsituazioniโ su cui vogliamo chiedere il parere dei nostri lettori. Due situazioni “di fantasia” che valgono un casalingo sondaggio.
Nella prima situazione ci sono i 74 anni di lui, i 187mila euro che finiscono a lei e un bel po’ di regali a contorno. Lโuomo anziano in un paio mesi di frequentazione dona alla giovane 187mila euro in contanti e la ricopre di regali costosi, costosissimi. Le regala un abito di Valentino e una stola in pelliccia di volpe rossa del valore di 18mila euro. Le regala scarpe Versace e le promette che le comprerร una macchina, non una qualsiasi ma una supercar, una Audi R8, prezzo base 111mila euro. Le regala gioielli: una collana Recarlo in oro giallo con un cuore rosso, valore 15mila euro, e una collana con una croce. Un bracciale di perle bianche, a doppio giro, e un bracciale Swarovski-Tiffany a forma di vipera con annesse due โRโ. Un anello design Vipera con diamanti e un anello in oro bianco intarsiato di diamanti con due perle, e orecchini abbinati. Un anello Bulgari sempre con diamanti e orecchini sempre Bulgari e sempre con diamanti piรน unโaltra manciata di anelli, orecchini e parure, quasi tutti con diamanti e due rubini. E le regala anche orologi: due rolex, uno in oro e uno con diamanti, valore complessivo fino a 66mila euro. Poi le regala un orologio Dolce e Gabbana visto che i Rolex non le piacevano e 3 Luis Vuitton, oltre a un orologio Bang e Olufsen e un orologio Shitsu. Un mare, un monte, una montagna di regali che i comuni mortali potrebbero regalare alle loro amate solo se vincessero il superenalotto ma che, invece, il nostro arzillo 74enne puรฒ, e dona, alla sua giovane musa.
Voliamo ora a Londra per immergerci nella seconda โsituazioneโ. Facciamo finta di essere invisibili, anzi di essere diventati una piccola mosca in grado di volare e di passare inosservata e infiliamoci in una cena dove sono riuniti i potenti del mondo. Girando tra i tavoli possiamo ascoltare Obama che discute con Jobs del futuro della rete e dellโumanitร . Vediamo Zapatero che si gusta un rosso di altissimo livello che raramente si trova nei ristoranti comuni. Incontriamo la Merkel che si confronta con Bono su un tema delicato come quello dellโecologia. Poco piรน in la scorgiamo Sarkozy e Clooney con le rispettive consorti che commentano Sanremo. La cena dei potenti รจ variegata, uomini politici, capitani dโindustria e star del cinema e della musica, qualche sportivo. Tutti immersi in conversazioni piรน o meno alte e tutti un poโ compunti nellโatteggiamento che la compagnia richiede. Tutti tranne uno. Uno bassino a cui lโetichetta e la forma non sono proprio mai andate a genio, uno che ha fatto della spontaneitร e della schiettezza un marchio di fabbrica. Uno che tra un bicchiere di champagne e una tartina si trova seduto al suo fianco nientopocodimeno cheโฆ Naomi Campbell. Noi piccole mosche ci avviciniamo e carpiamo uno stralcio di conversazione in un inglese un poโ maccheronico: โโฆand can I have your mobile numberโฆโ. Non ce lโha fatta, a cena con i potenti del mondo, la creme de la creme, lโuomo ha avuto la meglio sul politico, ha dovuto chiedere il numero di telefono alla Campbell che, fortunatamente o sfortunatamente a seconda dei punti di vista, era seduta proprio lรฌ. Se lei e il politico fossero stati entrambi in piedi probabilmente la voce del primo dal basso non avrebbe raggiunto lโaltra che, in ogni caso, non รจ dato sapere come risponderร alla richiesta.
La prima situazione la leggiamo nelle carte di accusa del processo Ruby, la seconda nel libro di ricordi della consorte di Brown, ex premier inglese, ricordi di Downing Street numero 10, ricordi “Dietro la porta nera”. La consorte di Brown, la padrona di casa, รจ lei che ricorda quella serata in cui Berlusconi chiese il numero di telefono a Naomi (non Noemi) e ricorda come lei e le amiche ne risero in cucina scambiandosi un anglosassone “surreale”. Ma qui non importano processi e libri, accuse e ricordi. Qui domandiamo.
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