ROMA – E’ tempo di rivoluzioni nel Carroccio. Dopo il chiarimento tra Umberto Bossi e Roberto Maroni, le rispettive fazioni, “cerchio magico” e “maroniani”, sono ancora ai ferri corti. E non lo nascondono. Tanto che i maroniani tornano a invocare la sostituzione del capogruppo (cerchista) Marco Reguzzoni, lasciando intendere che l’avrebbe promessa a Maroni lo stesso Bossi. Ma i cerchisti bollano la mossa come strumentale, mirata a conquistare poltrone. Mentre Reguzzoni, silente sulle questioni interne al partito, si fa promotore di una mozione di sfiducia contro il ministro Corrado Passera, come a ricordare che la battaglia del Carroccio è contro il governo dei tecnici e per questo domenica si scenderà in piazza.
“Il momento è di quelli topici”, scrive il quotidiano Libero che ha lanciato un sondaggio intitolato “Le primarie della Lega”. In una rosa di 10 candidati il favorito dagli utenti è Maroni: “Alle 19.30 di ieri sera Roberto Maroni staccava tutti i concorrenti alla grande, con il 55% delle preferenze. Dietro, Tosi con l’11%, Zaia col 9%, Cota e Bossi junior appaiati al 5%, Castelli e Salvini al 4%, chiudono Reguzzoni, Borghezio e Calderoli al 3%”. Un risultato che sembra rispecchiare il sostegno dimostrato dalla base a Maroni all’indomani della censura intentata nei suoi confronti dal Senatur, che gli impediva di parlare da solo a incontri nelle sezioni leghiste. Difficile dimenticare quello striscione a Pontida: all’ultimo raduno della Lega, nel giugno 2011, molti leghisti avevano esposto uno striscione con la scritta “Roberto Maroni presidente del Consiglio”. Ulteriori tensioni sono giunte con i congressi locali, che avevano visto prevalere in alcuni casi elementi “maroniani”, come il caso del “bossiano” Canton contestato a Varese. Poi le divergenze di opinione sul caso Cosentino.
Gli altri nomi sono gli stessi che, con ogni probabilità, entrerebbero in gioco se si tenessero i congressi di partito e in primis quello federale che non si organizza da ben dieci anni. Tra i giovani indicati dal quotidiano di Belpietro ci sono i presidenti di Veneto e Piemonte, che continuano a mantenersi distanti dalle diatribe interne. Zaia e Cota rappresentano il vero ago della bilancia negli schemi interni del Carroccio, ma la loro situazione è molto diversa. Se il primo è stato incoronato ieri da un sondaggio del Sole24Ore come il governatore più amato, il secondo ha un bilancio pessimo e starebbe pensando di dimettersi per tornare alla politica nazionale. Lo stesso sondaggio del Sole24ore lo piazza in fondo alla graduatoria, staccato di quasi dieci punti percentuali dal collega Zaia. Quest’ultimo risponde a chi gli domanda dei futuri equilibri della Lega risponde che “deciderà il patito” ma c’è chi vuole riportarlo nella capitale. Il mandato di entrambi scade nel 2015 ma non è detto che nel 2013 tentino di giocarsi le loro carte
A tre giorni dalla manifestazione che si terrà domenica in piazza Duomo a Milano per protestare contro le tasse del governo Monti, la Lega è a un bivio. Attualmente sembra esserci unità solo sulla mozione di sfiducia presentata contro Passera. In piazza avverrà il “redde rationem” tra le due anime del partito.