L’unica altra maggioranza numericamente possibile ma politicamente assai improbabile è quella che somma Pd, Sel, Idv, Udc e Fli: farebbe 51/52 per cento. In pura teoria però perchè una simile proposta elettorale sarebbe destinata a perdere consensi sulla sinistra, quelli che non votano un’alleanza con Fini e Casini, e sulla destra, quelli di Fini e Casini che non votano un’alleanza con Vendola e di Pietro. Facile ipotizzare che se ne andrebbero in fumo almeno un dieci per cento dei voti e si tornerebbe al punto di partenza, all’alleanza Berlusconi e Bossi che arriva “prima”. Appena meno impervio appare il tentativo di una maggioranza che somma Pd, Sel, Idv e Udc. In teoria il 44 circa per cento. Ma anche qui basta una piccola erosione di entusiasmo elettorale (i cattolici moderati che votano Udc e non se la sentono di votare i “rossi”, il “popolo” dell’astensione di sinistra che non corre a votare Casini) e si scende a quota 40 per cento.
Certo, il “naso” che la domanda di Blitz ha messo e mosso in attività (circa duemila risposte) non è in grado di misurare a chi andrebbero i premi di maggioranza regionali in termini di seggi al Senato. Quindi non conferma e non smentisce la possibilità di elezioni “pareggiate”: Berlusconi e Bossi con la maggioranza dei seggi alla Camera e senza maggioranza al Senato. Però il “naso” sente che nonostante tutto se si vota a primavera 2011 Berlusconi continua, in qualche modo continua. Forse più debole e quindi politicamente “incattivito”, ma continua. Spinto perfino da elezioni siffatte più verso la presidenza della Repubblica che verso la presidenza del Consiglio. Con tutto quel che consegue in termini di revisione o autentico smontaggio della Costituzione.
Con insospettabile “competenza”, il “naso” avverte lo stato di salute dei partiti. Malato il Pdl: il 45 per cento lo vede sotto il 28 per cento dei consensi, e solo il 5 per cento sopra il 34. Malatissimo il Pd: il 34 per cento lo vede sotto ilo 25 per cento dei consensi e solo ilo 10 per cento sopra il 29. In “forma” la Lega: l’87 per cento la vede in crescita, il 13 per cento addirittura sopra il 14. In “gamba” anche l’Idv: solo il 16 per cento la vede sotto il 5 per cento. A vele spiegate la Sel: solo il 14 per cento la vede sotto il 3 per cento, il 45 per cento la colloca sopra il 5 per cento. Insomma Vendola e Di Pietro si prendono i voti di Bersani: questo il movimento “percepito”. In accettabili, anzi buone condizioni il neonato partito di Fini e quello di Casini, il 77 per cento colloca Fli tra il 4 e il 6 per cento, il 60 per cento piazza l’Udc tra il 5 e il sette. Incerta secondo il “naso” la sorte parlamentare della lista di Grillo: il 44 per cento la colloca intorno al quattro per cento, cioè intorno alla soglia dentro o fuori riguardo alla conquista di seggi.