ROMA – Venerdì sarà il presidente del Consiglio Mario Monti che, al suo ritorno da Bruxelles, potrà mettere ordine nel caos delle nomine dei sottosegretari, viceministri e capi di gabinetto.
Mentre nel toto-nomi sono spuntati anche Attilio Befera e la moglie di Bruno Vespa, Augusta Iannini, Capo dipartimento degli Affari di Giustizia come vice come vice di Paola Severino alla Giustizia, Pdl e Pd per cercare di mantenere sobrietà devono gestire al meglio gli stimoli dei cosiddetti “trombati” alle ultime elezioni e dagli ex parlamentari, che fanno pressing per essere ripresi.
Si parla di “tecnici”, ma – spiega il Sole 24 Ore- “in realtà tutti sono consapevoli che il ruolo dei sottosegretari è principalmente quello di far da cerniera tra esecutivo e Parlamento e quindi non è molto credibile che a gestire i provvedimenti siano chiamati «tecnici» totalmente privi di esperienza parlamentare”.
I ministri intanto hanno fatto sapere le loro preferenze per i capi di gabinetto: “Monti (Economia) ha confermato Vincenzo Fortunato, Anna Maria Cancellieri (Interno) ha fatto lo stesso con Giuseppe Procaccini mentre Paola Severino (Giustizia) ha nominato il magistrato milanese Filippo Grisolia. Lo schema che i partiti ritengono di poter proporre a Monti è semplice: siano politici o tecnici d’area, 15 caselle spettano al Pdl, 15 al Pd e 7 al Terzo polo (3 all’Udc, 2 a Fli, una all’Api, una all’Mpa). Per l’Economia, però, è tutto un altro ragionare perché il ministro è Monti. Se il rettore della Bocconi, Guido Tabellini, e il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli confermeranno il loro passo indietro, il premier può sempre contare su una rosa di candidati molto qualificati: Paolo De Ioanna (già capo di gabinetto di Ciampi e di Padoa Schioppa), Pier Carlo Padoan (vicesegretario generale dell’Ocse), Vincenzo La Via (direttore finanziario della Banca mondiale). Per il ministero di Corrado Passera (Sviluppo e infrastrutture) c’è da risolvere il problema Telecomunicazioni: il Pd spinge per Nicola D’Angelo, dell’Agcom, che si è fatto le ossa con Antonio Maccanico mentre il Pdl punta su Antonio Martusciello. La delega all’Energia ha due «papabili»: Tullio Fanelli (ex componente dell’Authority) e Massimo Beccarello (Confindustria). Un altro rebus il Welfare, dove l’ex ministro Maurizio Sacconi vorrebbe affiancare almeno un tecnico d’area a Elsa Fornero. Invece il Pd propone Paolo Onofri, esperto di ammortizzatori sociali. Per la ricerca e l’università il Pd proporrebbe Giovanni Bignami, direttore dell’istituto nazionale di astrofisica. Carlo Malinconico, presidente della Federazione italiana editori, potrebbe avere la delega all’editoria”, scrive il Corriere della Sera.
Secondo Repubblica Silvio Berlusconi avrebbe fatto il nome di “Roberto Viola quale sottosegretario (se non vice) con delega al sistema tv, nel dicastero dello Sviluppo di Passera (…)Alfano si sta muovendo perché in via Arenula, ad affiancare il Guardasigilli Paola Severino — avvocato, non vicina ma considerata non ostile — sia il consigliere Csm in quota Pdl Michele Saponara. Se sarà così, allora il Pd pretende che approdi anche l’ex senatore Massimo Brutti. La battaglia navale si gioca sui due snodi di tv e giustizia, ma non si chiude lì. La giostra dei nomi inizia a girare veloce per i viceministri. Così Paolo Peluffo, consigliere della Corte dei Conti e ex portavoce di Carlo Azeglio Ciampi, che ha lavorato in stretto raccordo con il Quirinale per le celebrazioni del 150°, si ritrova in pole per l’Istruzione o la Cultura. Come alla Funzione pubblica Luisa Torchia, docente di Diritto amministrativo, alunna di Cassese e vicina a Bassanini e Amato. Si parla di vice alle Infrastrutture per il presidente Enac Vito Riggio, ex dc trasversale come pochi: venerdì, in occasione della fiducia, non si è mosso un attimo dal Transatlantico. Potrebbe essere uno dei vice anche il ministro mancato Carlo Dell’Arringa, con Elsa Fornero al Welfare. La girandola dei sottosegretari, quindi”.