VENEZIA – Comune di Venezia ai ferri corti con l'Associazione degli Albergatori locali (Ava) sulla tassa di soggiorno per i pernottamenti turistici – un euro ogni stella dell'hotel – che l'amministrazione ha deciso di varare. Mentre il Comune prosegue il dialogo con Confindustria Turismo sulle richieste di modulazione dell'imposta, il confronto e' interrotto con l'Ava, che minaccia ricorsi al Tar e oggi ha acquistato sui quotidiani locali pagine a pagamento per affermare che il Comune tratta ''gli alberghi come dei bancomat''.
Il sindaco Giorgio Orsoni replica parlando di ''una chiusura a priori, con iniziative inopportune''. ''Quella pagina – afferma – e' quanto meno vergognosa. Spendono i soldi degli associati per una cosa che a loro non compete''. ''Stiamo facendo tutti gli sforzi – prosegue Orsoni – per fare in modo che la tassa di soggiorno crei il minor disagio possibile per gli alberghi, soggetti che non pagheranno l'imposta ma la riscuoteranno dai clienti. Siamo consapevoli che qualche onere a loro carico c'e'''. Sulla proposta di Confindustria Turismo, che ha chiesto di aumentare lo sconto del 20% sulla tassa previsto per le strutture ricettive non in centro storico, ma in terraferma o a Lido, Orsoni ha detto di ritenere che ''sia possibile venire incontro a queste richieste. Il loro – ha aggiunto, riferendosi a Confindustria – e' un atteggiamento ragionevole, all'opposto dell'Ava, che non ha mai sborsato un euro per iniziative che mirano a mantenere in citta' un turismo di qualita'''. Un comportamento, questo, che Orsoni ha detto di ritenere ''offensivo'' anche nei riguardi dei cittadini veneziani che, ''al contrario degli albergatori'', dal turismo ''hanno soltanto molti disagi e pochi benefici economici''.
