TREVISO – L’ultima frontiera dei manifesti elettorali? Quelli osè, con donne nude, provocanti, che ammiccano. Sono quelli che da qualche giorno a questa parte vengono incollati, sopra il faccione dei candidati leghisti, in alcuni paesi del trevigiano, a Villorba, così come a Quinto e Paese. Senza dubbio, il contenuto incuriosisce.
Da una parte c’è la foto di una ragazza a seno nudo a rappresentare il “Veneto Stato senza la politica romano-padana”. Dall’altra l’immagine di una giovane anoressica, con il sole delle alpi sulle spalle, a indicare le sorti del “Veneto regione con la politica romano-padana”. Un vero e proprio spot dell’indipendenza che ha subito fatto puntare gli occhi su Veneto Stato.
Ma la pronta difesa del suo leader, Antonio Guadagnini, candidato alla presidenza della Provincia contro il presidente uscente Leonardo Muraro, intrica ancora di più la faccenda. “Sono stati appesi nostri manifesti contraffatti, probabilmente ad opera di militanti leghisti delusi dalle promesse tradite dai propri rappresentanti – spiega il separatista, che ha organizzato per sabato un corteo che si snoderà per le vie di Treviso – . Abbiamo sporto denuncia contro ignoti per furto di materiali dalla nostra sede, per contraffazione e per falso ideologico nell’utilizzo del nostro simbolo e del nostro nome”.
La Lega va su tutte le furie: “Le favole le vada a raccontare al paese dei balocchi. Non meriterebbe nemmeno risposta uno sciacallo che mira solo a fare confusione – si inalbera Fulvio Pettenà candidato a Quinto – . Guadagnini è un papavero che ha cambiato un sacco di bandiere e che non è più affidabile: la sua parola vale meno di nulla”.