ROMA – Valerio Zanone è morto la mattina del 7 gennaio nella sua casa di Roma a causa della malattia che lo ha colpito un anno fa. Zanone, originario di Torino, è stato sindaco della città tra il 1990 e il 1992, più volte ministro e per 10 anni segretario del Pli. Parlamentare per sei legislature, avrebbe compiuto 80 anni il 22 gennaio.
Dopo la fine del Pli, è stato nell’Ulivo con Romano Prodi e nella Margherita con Francesco Rutelli. Mai con il centrodestra. All’idea liberale ha dedicato sempre il suo impegno politico. Voleva essere ricordato come liberale “democratico, laico, europeista, sociale”.
Luigi Zanda, capogruppo Pd al Senato, ha espresso il suo cordoglio per la morte di Zanone:
“Ho avuto la fortuna di conoscere Valerio Zanone. E’ stato un grande amico. Era un convinto democratico e un autentico liberale dal grande spessore intellettuale. Una persona perbene che ha onorato la politica e le istituzioni italiane con grande rispetto e altissimo senso dello Stato. A nome mio personale, delle senatrici e dei senatori del Pd esprimo sincera vicinanza alla sua famiglia”.
I 50 anni di politica di Zanone hanno attraversato la storia d’Italia durante la prima e la seconda Repubblica. E’ stato consigliere regionale del Piemonte dal 1970. E segretario del Partito liberale italiano dal 1976 al 1985 dopo Giovanni Malagodi. Gli anni della lotta al terrorismo, dell’alleanza dei liberali con i socialisti di Bettino Craxi, ad esempio nel referendum contro la scala mobile.
E’ stato ministro tra l’85 e l’89 nei governi presieduti da Craxi, De Mita e Goria. Ministro dell’Ecologia dall’estate del 1985, l’anno dopo ha firmato la legge istitutiva del ministero dell’Ambiente, una tra le prime in Europa. Passato al ministero dell’Industria nel 1986, ha organizzato la Conferenza nazionale dell’energia sulla questione del nucleare, presieduta dall’ex governatore della Banca d’Italia Paolo Baffi.
Dal 1987 è stato per due anni ministro della Difesa, affrontando tra l’altro la prima missione militare italiana nel Golfo Persico. Nel 1990 è stato eletto sindaco di Torino, incarico che ha lasciato nel 1992 per tornare in Parlamento. Zanone è stato infatti deputato dal 1976 per 18 anni e cinque legislature fino al 1994. Dopo 12 anni fuori dall’impegno parlamentare ma non dalla politica, è poi stato senatore della Margherita dal 2006 al 2008.
Zanone non è stato un liberale buono per tutte le stagioni. Dalla contestazione iniziale di Malagodi che risale alla metà degli anni Sessanta, è stato un liberaldemocratico della tradizione piemontese. Democratico, formato alla cultura laicista, europeista, sociale. Un liberale puro e anomalo. Contro la concezione elitaria del liberalismo. Mai con la destra. Dentro e fuori il Parlamento, tutti i suoi discorsi pubblici e gli scritti privati sono stati in questo senso.
Malgrado la malattia, l’ultima sua battaglia politica, insieme a Roberto Einaudi, è stata per evitare che la Fondazione Luigi Einaudi di Roma, fondata da Giovanni Malagodi nel 1962 e di cui è stato per anni presidente, finisse sotto il controllo di Silvio Berlusconi e di Forza Italia. Ha chiesto di essere ricordato sulla lapide al cimitero monumentale di Torino con una sola parola: ‘liberale’.