Un anti-leader figlio del berlusconismo, che si prepara a sparigliare il centrosinistra affetto dalla sindrome di Zelig. Si racconta così, in una lunga intervista al quotidiano Libero, il governatore della Puglia, palrando della sua corsa per la leadership del centrosinistra e poi del Paese. Di Silvio Berlusconi, Vendola dice che ”come tutti i prodotti pubblicitari, è usurato” e se l’età merita rispetto e considerazione, ”il modello è vecchio”.
Barbara Romano, autrice dell’intervista obietta che il premier è in sella da 20 anni e Vendola spiega: “Lui si è presentato sulla scena come uomo capace di vendere sogni e ridare speranza mentre il centrosinistra come un’allenza di amministratori di condominio che, tante volte, non erano nemmeno eccellenti”. Il vero problema, spiega il governatore pugliese è che non c’e’ differenza tra gli schieramenti, ”appaiono come due copioni shakesperiani quasi identici”.
La sinistra ha fatto l’errore di ”non aver inteso la trasformazione del paesaggio sociale italiano e non aver saputo offrire altro racconto – afferma Vendola – Deve curarsi ha una grave malattia”. La patologia in questione sarebbe ”la sindrome di Zelig. Per paura di perdere contro Pdl e Lega, si traveste da destra. Per paura di perdere il consenso del mondo cattolico, si traveste da cardinale. Per paura di perdere i voti degli imprenditori, si traveste da Confindustria”.
Sulla candidatura di Vendola, il segretario del Pd, Bersani non ha espresso alcun giudizio. Questa reazione, il governatore l’ha interpretata come un ”silenzio di riflessione” da parte di una persona ”di grande serietà e moralità”. Mentre la reazione contraria del leader dell’Idv, Antonio Di Pietro Vendola la legge come il timore che ”possa riportare nell’alveo del Pd tutti i voti che ha drenato al centrosinistra, cannibalizzando la sinistra radicale. Ma non sono sceso in campo per togliere spazio vitale a Di Pietro”.
Quanto a D’Alema, Vendola lo definisce ”una persona generosissima” e anche quando è stato attaccato dall’ex premier, si e’ trattato di un ”atto di generosità, perché sapeva di avere la possibilità di perdere la partita”. Nel centrodestra, il governatore pugliese, in un’ipotetica alleanza, sceglierebbe Fabio Granata, ”ma non potrei arruolarlo – conclude – perché verrebbe additato come la prova postuma che tra i finiani c’e’ un’intelligenza col nemico”.
Nell’intervista, Vendola si dice certo del fatto che l’Italia sia pronta ad accettare un premier gay: ”Nel paese c’e’ una domanda di libertà molto larga e il fatto di essere gay non fa la differenza quando non c’e’ ipocrisia. Io non ho mai mentito sula mia vita privata a differenza di tanti altri e ho sempre avuto una condotta abbastanza morigerata”.