Un video a luci rosse con protagonisti una deputata e un parlamentare europeo è stato offerto, agli inizi di settembre, alla Presidenza del Consiglio.
L’offerta è arrivata a Palazzo Chigi con una lettera firmata (A.C. le iniziali) che conteneva la descrizione della scena e il prezzo d’acquisto, fissato ad un milione di euro. La presidenza, però, ha immediatamente allertato la Procura di Roma che, sull’episodio ha aperto un’inchiesta.
Nella missiva A.C. non fa nomi ma l’ipotesi più probabile, la pista battuta con maggiore insistenza dagli investigatori, è che i protagonisti del video hard siano proprio Roberto Fiore e Alessandra Mussolini. Dell’esistenza del video aveva dato notizia, venerdì 27 novembre il quotidiano milanese Il Giornale suscitando le ire della parlamentare.
Così la Procura capitolina indaga per tentata estorsione. Secondo quanto scritto da Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera però, il ricatto non sarebbe tanto economico quanto politico. Il sospetto, infatti, è che richiesta di estorsione servisse a far circolare la notizia dell’esistenza del video. Dopo il caso Marrazzo, quindi, un altro tentato ricatto a luci rosse. E l’obiettivo degli investigatori è capire se dietro ci sia la stessa “mano”. Anche perchè, nel 2005, Marrazzo e la Mussolini furono vittime di un’attività di spionaggiomessa in piedi da alcuni collaboratori del terzo candidato, Francesco Storace.
A.C., inserito nella mailing list di Forza Nuova, ha ricevuto la visita della Digos. Agli investigatori ha detto di non aver e non aver mai visto il filmato e di essere solo un intermediario. Una spiegazione che non convince gli inquirenti. Il computer dell’uomo è stato sequestrato e gli investigatori lo stanno “setacciando” alla ricerca di video e documenti compromettenti.