Se solo prendessero il 6% dei voti, i “piccoli imprenditori dei partitini politici” (come li ha chiamati Berlusconi) prenderebbero fino 95 milioni di euro di rimborsi elettorali. E’ la stima che riporta Gian Maria De Francesco per Il Giornale scoprendo gli “altarini” finanziari e politici di Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini – i due promotori insieme a Francesco Rutelli del cosiddetto Terzo Polo.
In cinque anni di legislatura è quanto potrebbero prendere quindi l’Udc di Casini, l’Italia dei valori di Di Pietro e Futuro e libertà di Gianfranco Fini che hanno secondo i sondaggi i numeri giusti.
Ipotizzando che l’affluenza alla prossima chiamata alle urne si attesti prudenzialmente attorno al 75%, il «partitino X» otterrebbe circa 2 milioni di voti alla Camera (47 milioni la base elettorale) e circa 1,9 mi lioni di preferenze al Senato (43 milioni gli aventi diritto). Il rimborso per i cinque anni di legislatura elargito dalle Ca mere di appartenenza dovreb be pertanto attestarsi sui 28,5 milioni di euro, ricostruisce De Francesco.
Inoltre, senza alleanze in ballo, secondol’attuale legge elettorale, i piccoli partiti potrebbe fare eleggere circa 30 deputati e dieci senatori. Se quindi, spiega il Giornale, un onorevole ha un costo medio annuo lordo per le casse della Camera di circa 160mila euro. Trenta de putati «valgono» pertanto 4,8 milioni. Dieci senatori, inve ce, vengono retribuiti a vario titolo ogni anno per 2,3 milio ni di euro circa (231mila euro di retribuzione media annua lorda). Se la nuova legislatura durasse cinque anni si arrive rebbe a un totale di 35 milioni.
Camera e Senato stanziano rispettivamente 35 e 38 milioni di euro ogni anno per i gruppi parlamentari e il piccolo partito potrebbe ricevere pro quota circa 3,5 milio ni all’anno. Una parte di que sto ammontare viene corri sposta dai gruppi ai singoli parlamentari per agevolare il rapporto con gli elettori.
Ma c’è di più perché potrebbe anche fare da editore a un organo di partito, per esempio un giornale. Già Udc e Fli secondo il Giornale hanno le loro voci stampa: Liberal e Il Secolo che per il 2008 avrebbero avuto contributi pubblici intorno ai 3 milioni di euro.
