Un ordigno è esploso vicino alla base italiana di Shindand. Tre scrutatori sono stati trovati morti nella provincia settentrionale di Balkh. All’indomani delle elezioni legislative, mentre inizia lo scrutinio delle schede, dall’Afghanistan continuano ad arrivare notizie di violenze.
I tre addetti ai seggi erano stati sequestrati dai Taliban nel distretto di Chemtal poco dopo l’apertura dei seggi per le elezioni per la Camera bassa. La Commissione elettorale ha riferito che altri 29 sono rimasti feriti negli attacchi con cui gli insorti hanno cercato di sabotare la consultazione.
Due giorni dopo l’uccisione del tenente Alessandro Romani, le truppe italiane in Afghanistan continuano ad essere coinvolte in episodi di guerriglia. Un ordigno è esploso questa mattina vicino alla base di Shindand, nella regione occidentale senza feriti e danni.
La forte esplosione è avvenuta a ridosso di una strada percorsa normalmente anche dalle pattuglie italiane, ma in quel momento non passava nessuno. Subito dopo la deflagrazione è partita una pattuglia con un team di artificieri e un nucleo di investigatori per verificare che cosa fosse successo. A circa un chilometro e mezzo dalla base, a ridosso della strada, hanno rinvenuto quel che restava dell’ordigno – secondo gli accertamenti compiuti, una granata d’artiglieria.
Intanto, oggi alle 14 è atterrato all’aeroporto militare di Ciampino il C-130 dell’Aeronautica che ha trasportato a Roma la salma del tenente Alessandro Romani, l’ufficiale incursore della IX reggimento d’assalto Col Moschin, ucciso due giorni fa in Afghanistan. Ad accogliere le spoglie i genitori del tenente, Carlo ed Elsa Chemotti, con alcuni parenti.
Domani, dalle 9 alle 12, sarà aperta la camera ardente all’ospedale militare del Celio. Le esequie solenni si terranno alle 15.30 nella basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma. Romani è il sesto militare italiano morto quest’anno in Afghanistan, il trentesimo dall’inizio della missione.
Ieri il voto per i 249 membri della Wolesi Jirga, la “camera bassa” del Parlamento afgano, è stato funestato da violenze che hanno provocato almeno 22 morti, tra i quali sette civili, 11 poliziotti e quattro soldati delle forze internazionali. Secondo il comando Nato, gli attacchi sono stati più numerosi ma meno sanguinosi rispetto a quelli avvenuti per le presidenziali dello scorso anno.
L’affluenza alle urne è stata piuttosto bassa ma in crescita: hanno votato circa 1,3 milioni di aventi diritto, pari al 40 per cento contro il 30-33 per cento di un anno fa. Malgrado le denunce di brogli, la commissione ha avviato lo scrutinio. I risultati ufficiali dovrebbero essere annunciati entro la fine di ottobre.
Sempre in Afghanistan, cinque soldati americani in servizio nella provincia di Kandahar sono stati accusati di aver ucciso tra gennaio e maggio tre civili afgani solo per divertimento. A scriverlo è il Washington Post citando documenti dell’esercito e persone vicine all’inchiesta. Gli omicidi secondo il Post “sono stati commessi essenzialmente per sport da soldati dediti all’hascisc e all’alcol”.
I cinque avrebbero cominciato a parlare di creare uno “squadrone della morte” nel dicembre del 2009 e avrebbero ucciso la loro prima vittima il 25 gennaio, nel villaggio di La Mohammed Kalay a Kandahar. I militari all’epoca avevano l’incarico di garantire la sicurezza a un incontro fra ufficiali e capi tribali.
Nell’inchiesta sono indagati anche altri sette membri della quinta brigata di combattimento Stryker, ai quali sono contestati reati minori. Tutti gli indagati hanno respinto le accuse.
