I servizi di intelligence militare americani e della Nato, creati per identificare ed arrestare terroristi e rivoltosi, devono sempre più occuparsi di scovare la corruzione che pervade il governo afghano, le forze di sicurezza e gli imprenditori, secondo quanto hanno dichiarato al New York Times alti funzionari americani.
I servizi di intelligence militare stanno scrutinando documenti catturati e combattenti e mediatori arrestati, ma non solo per conoscere i piani di attacco dei ribelli, dove piazzeranno bombe stradali o quando attaccheranno gli attentatori suicidi.
Il loro lavoro consiste anche nel combattere la rampante corruzione delle autorità da parte degli intermediari, che i funzionari americani descrivono come ”una peste” che distrugge gli sforzi diretti a creare un governo efficace e competente per conquistare l’appoggio del popolo afghano.
E’ un notevole ma pericoloso lavoro in un Paese straniero, particolarente in un posto di cospirazioni e con le alleanze che cambiano costantemente, dove è difficile sapere di chi si può avere fiducia e molti sono storicamente scettici di quelli che considerano invadenti stranieri, questa volta gli americani.
Gli Stati Uniti e la Nato possono seguire tracce che portano ad alti livelli di governo, perchè perfino stretti parenti del presidente Hamid Karzai sono stati accusati di traffici di droga e di illeciti arricchimenti. Tra gli accusati ci sono anche imprenditori americani, ed è stato scoperto che alcuni nel governo degli Stati Uniti fanno finta di non vedere per non indispettire Karzai.
Le operazioni anti-corruzione si svolgono in collaborazione con gli inquirenti e le autorità giudiziarie afghane. Ma di recente il New York Times ha riferito che alcuni in Afghanistan, incluso uno degli ex-capi dell’intelligenze di Karzai, si è lamentato del fatto che lo stesso presidente afghano sta perdendo fiducia negli Stati Uniti ed ha menzionato l’ipotesi di formare lui stesso un’alleanza con i talebani.
Gli obiettivi di sconfiggere la corruzione e creare un governo che abbia la fiducia del popolo afghano non sono facilitati dal comportamento dello stesso Karzai, la cui impulsività e crescente isolamento preoccupano gli americani. Si citano a questo proposito le forzate dimissioni del ministro dell’interno Hanif Atmar e del direttore dei servizi di intelligence Amrullah Saleh.
Entrambi erano in ottimi rapporti con gli americani e considerati tra i più competenti membri del gabinetto governativo. Il loro allontanamento ha prodotto la sensazione che, nel cercare di assicurare la propria sopravvivenza, Karzai non esiterà a prendere decisioni contrarie agli interessi dei suoi più fidi alleati occidentali, del governo nel suo insieme o dei suoi stessi interessi a lungo termine.
Riferendosi alla dipartita di Atmar e Salex, Haroun Mir, analista politico ed ex-consigliere di Ahmed Shah Massoud, il capo dell’Alleanza del Nord, che combattè contro i talebani quando governavano l’afghanistan, ha commentato: ”Questo è l’inizio del disfacimento del governo afghano”.