I progressi degli americani e delle altre truppe Nato per conquistare il controllo dell’Afghanistan meridionale vanno a rilento, mentre si avvicina il momento in cui a Kandahar – città santa per i talebani – si svolgeranno i combattimenti più sanguinosi di tutta la guerra cominciata otto anni fa, a quanto scrive l’Associated Press.
Gli Stati Uniti e gli alleati della Nato hanno concordato la scorsa settimana l’obiettivo di cominciare a trasferire il controllo dell’Afghanistan al governo centrale enro la fine di quest’anno, e il presidente Barack Obama ha detto che tutte le truppe Usa devono cominciare il ritiro nel 2011.
Ma allo stato delle cose sul terreno sembra difficile che Obama possa rispettare le scadenze che si è prefisso. La campagna per la conquista del sud del Paese è cominciata verso la fine dell’inverno scorso nel villaggio di Marjah, nella provincia di Helmand, ed è avanzata più lentamente del previsto.
E ora le truppe Usa e Nato si rovano davanti ad una sfida ben più formidabile: conquistare Kandahar (un milione di abitanti), il luogo di nascita dei talebani e da dove Al Qaeda predispose gli attacchi alle Torri Gemelle.
Il comandante in capo delle truppe in Afghanistan, generale Stanley McChrystal, ha descritto le operazioni belliche nell’Afghanistan meridionale come ”una lenta marea ascendente” che richiederà tempo e pazienza. Lui ed altri alti ufficiali americani hanno anche avvertito che il numero di morti e feriti è destinato a salire.
L’offensiva cominciata alla fine dell’inverno scorso avrebbe dovuto trarre forza dalla conquista di Marja, un obiettivo assai meno temibile di Kandahar, ma le cose finora non sono andate troppo bene, e soprattutto gli abitanti non accorsi – come ci si attendeva – nelle braccia del governo centrale di Kabul.
La popolazione è diffidente, ed ha paura di schierarsi col governo centrale anche se odia i talebani. Ufficiali Usa e della nato rilevano che il tempo non gli è favorevole, e che la possibilità di conquistare la fiducia dei locali si sta allontanando.
