Per ottenere ciò, sono in corso sforzi diretti a portare i talebani al tavolo del negoziato, e i militari Usa sperano, infliggendo pesanti sconfitte ai ribelli, di indurli a a cedere e trattare. Il problema è che queste sconfitte che dovrebbero essere decisive ancora non si vedono.
I sovietici invasero l’Afghanistan il 27 dicembre 1979 con l’intento di sorreggere un regime comunista che aveva a che fare con la ribellione dei suoi cittadini, ma dovette andarsene sotto il peso di una dura sconfitta il 15 febbraio 1989. Nel 1992 il governo filo-sovietico di Mohammad Najibullah crollò e il potere passò a ribelli filo-americani. Ma durò poco. Dopo una sanguinosa guerra civile i talebani conquistarono Kabul imponenedo una durissima interpretazione della legge islamica fino a quando furono cacciati dall’invasione americana e della Nato.
Wadir Safi, docente all’UniversitĆ di Kabul ed ex-ministro nel governo di Najibullah, ritiene che l’intervento degli Stati Uniti ĆØ pieno di rischi perchĆØ essi ”non hanno mai raggiunto gli obiettivi per cui sono venuti”. E ha aggiunto: ”Se non cambiano politica, se non raggiungono i loro obiettivi e se non si accordano con i talebani e il ghoverno di Kabul, il popolo afgano presto si stanchherĆ della presenza delle truppe straniere”.
Un analista russo ha dichiarato al Nyt che l’Unione Sovietica cercò di fare qualcosa di simile quando lasciò l’Afghanistan. Appoggiò Najibullah con armi e denaro lasciandosi alle spalle un esercito afgano ben addestrato e bene armato. Ma tutto ebbe fine quando nel 1992 i mujaidin conquistarono kabul. Najiibullah si rifugiò nella sede dell’Onu, e quando fu la volta dei talebani a prendere la capitale fu impiccato nella piazza principale della cittĆ .
Rileva Alexander Konovalov, capo dell’Istituto di Valutazione Strategica moscovita, un think-tank indipendente: ”L’Unione Sovietica ha cercato di porre alla guida del Paese un suo uomo fidato, ma alla fine hanno vinto i talebani. Ora gli Stati Uniti vorrebbero lasciare il Paese anche loro ad un uomo fidato, sostenuto da contingenti militari. Resta da vedere se in un Paese come l’Afghanistan avranno miglior fortuna dei sovietici”.
