ALGERI – Migliaia di persone hanno partecipato ieri, 29 gennaio, a Bejaia, nella regione algerina della Cabilia, ad una manifestazione organizzata dal partito d’opposizione, Raggruppamento per la cultura e la democrazia (RCD), per reclamare un ”cambiamento di regime” e la revoca dello Stato d’emergenza, in vigore dal 1992. Lo ha ha detto all’ANSA Said Saidi, leader del partito, profondamente radicato nella regione berbera.
”La polizia era presente – ha spiegato – ma non hanno impedito la manifestazione, come invece era avvenuto ad Algeri” il 22 gennaio scorso. “Il prossimo appuntamento – ha aggiunto Saidi – sarà il 12 febbraio ad Algeri”.
Insieme all’RCD, parteciperanno alla manifestazione nella capitale sindacati autonomi e associazioni, tra cui la Lega Per i diritti umani (LADDH).
Intanto continua l’ondata di suicidi dimostrativi: un giovane algerino di 26 anni, Abdelhafid Boudechicha, si è dato fuoco venerdì sera, 28 gennaio, in Algeria, non lontano da Bordj Bou Arreridj, ed è deceduto poco dopo in seguito alle ustioni riportate. Un altro ragazzo di 21 anni ha tentato ieri, 29 gennaio, di suicidarsi con il fuoco a Mostaganem (Ovest) e si trova ricoverato in gravi condizioni.
Il giovane morto era disoccupato e appartenente ad una famiglia disagiata, precisa il quotidiano El Watan. ”Non ne posso più, non ne posso più”, ha gridato il giovane con il corpo in fiamme. Prima di morire, ha chiesto perdono alla madre.
A Mostaganem, riporta El Watan, il giovane rimasto ferito, figlio di un ricco imprenditore, avrebbe deciso di compiere questo gesto estremo non per motivi legati alla sua condizione, ma per amore. Si sarebbe visto rifiutare per due volte una richiesta di matrimonio, dicono fonti del posto.
Sono almeno quindici le persone che si sono date fuoco in Algeria di recente. Tre sono morte.
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