ROMA – ”Siamo convinti che la migliore prevenzione e’ la cura da offrire a tanti. Le nostre energie devono profondersi soprattutto nell’offerta di una terapia per tutti. Al tempo stesso e’ necessario un grande sforzo di educazione che operi una trasformazione della mentalita’, della cultura, e riaffermi la dignita’ della persona umana. Occorre accrescere la prevenzione mediante l’educazione al rispetto del valore sacro della vita e la formazione alla pratica corretta della sessualita”’. Lo ha affermato il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, intervenendo questa mattina alla VII Conferenza internazionale ”Accesso universale al trattamento: il passo decisivo per sconfiggere l’Aids”, promossa dalla Comunita’ di Sant’Egidio.
Bagnasco ha detto quindi di condividere il ”sogno” dell”’accesso alle cure per tutti” sostenuto da Sant’Egidio in particolar modo con il suo programma Dream in Africa poiche’, ha spiegato, ”e’ il modo principale per sconfiggere la pandemia”. Un impegno, ha continuato il capo dei vescovi italiani, a cui anche la Chiesa partecipa con forza: ”Attualmente il 26,7% dei centri per la cura dell’Hiv/Aids nel mondo sono della comunita’ cattolica”. C’e’, ha ancora ricordato Bagnasco, l’impegno della Conferenza episcopale italiana che ”dal 1990 al 2011 ha finanziato 11.500 progetti dei quali 4.150 in Africa. La maggior parte degli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo e’ stato impiegato in progetti di formazione. Seguono i progetti in ambito sanitario per un totale di 105 milioni. Molti interventi di diversa natura hanno finanziato la lotta all’Aids e soprattutto in Africa, in particolare per quanto riguarda i progetti di formazione, assistenza e cura ai bambini e alle donne malate”. ”La Cei – ha aggiunto – con questo impegno, si unisce ai governi e alle istituzioni nazionali ed internazionali nella lotta contro l’Aids, affinche’ a questo male planetario si possa rispondere con un’azione altrettanto globale. E intendo sollecitare tutti per prevenire durevolmente la diffusione di questa pandemia e per assistere i malati, specialmente nei Paesi poveri”. Bagnasco ha rilevato come oggi grazie alla diffusione della terapia antiretrovirale ”e’ diminuito il numero delle nuove infezioni” ma, ha sottolineato, che ”la migliore prevenzione e’ la cura da offrire”.