GENOVA, 29 AGO – ”La questione morale in politica, come in tutti gli altri ambiti del vivere pubblico e privato e’ grave e urgente e non riguarda solo le persone ma anche le strutture e gli ordinamenti”. Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco nell’omelia pronunciata a Genova in occasione della festa della Madonna della Guardia.
Secondo il cardinal Bagnasco, ”nessuno puo’ negare l’impegno generoso e la rettitudine limpida di molti che operano nel mondo della politica e della pubblica amministrazione, dell’economia, della finanza e dell’impresa. A loro va rinnovata stima e fiducia. Cio’ non di meno, la questione riguarda tutti come un problema non solo politico, ma culturale ed educativo”. ”Non si tratta in primo luogo di ‘fare’ diversamente – ha detto ancora il porporato – ma di ‘pensare’ diversamente, in modo piu’ vero e nobile se si vuole purificare l’aria, e i nostri giovani non siano avvelenati nello spirito. So bene – ha aggiunto – che il compito e’ arduo perche’ si tratta di intaccare consuetudini e interessi vetusti, stili e prassi lontani dall’essenziale e dalla trasparenza, dal sacrificio e dal dovere, ma e’ possibile perché la gente lo chiede e perche’ e’ giusto”. Da qui l’appello a ”chi ha responsabilità pubbliche oggi e domani” perche’ ”ha questo primario dovere e onore” ossia ”mettere in movimento delle decisioni puntuali e coraggiose perche’ la ‘cultura della vita facile’ ed egoista ceda il passo alla ‘cultura della serieta”’.
”I giovani non vogliono essere ingannati”: e’, questo, un altro passaggio dell’omelia del cardinale Angelo Bagnasco. I giovani, ha detto il porporato, ”sanno che la vita non e’ di chi se la gode, di chi e’ piu’ scaltro e forte, di chi ha la strada spianata. E sanno che il successo del potere e dell’affermazione personale, anche a prezzo della propria onesta’, non porta lontano. Nonostante turbolenze e cadute, il giovane sa che la strada della realizzazione e della gioia sta da un’altra parte, quella del dovere e del sacrificio, della famiglia stabile e feconda, di rapporti veri”. Il giovane dunque intuisce ”che nulla e’ cosi’ triste quanto una vita vuota e priva di senso. Di fronte a queste attese – ha detto ancora il porporato – il mondo degli adulti non puo’ rimanere indifferente e inerte, tanto meno lo possiamo noi cristiani. Per questo i vescovi italiani hanno messo al centro dell’impegno pastorale del decennio la sfida educativa”. Nell’omelia il cardinale ha ricordato la recente Giornata Mondiale della Gioventu’, affermando che ”i due milioni di giovani giunti a Madrid sono una buona notizia per il mondo, l’unica di questi tempi”. Sono giovani che ”hanno visto nel Successore di Pietro il punto affidabile e vero, e hanno detto ai Potenti delle Nazioni di non avere pura di quell’uomo schivo, dalla parola mite, chiara e profonda”.
