Il “nulla” già si vede: è quel quaranta per cento senza “intenzione di voto” che registrano i sondaggi, senza voglia di scegliere per chi votare. Lo vede, lo ha visto il segretario del Pd Bersani quando dice che “è peggio che nel ’92”, un paese sfibrato e incattivito peggio di allora. Bersani lo vede ma poi, forse abbagliato, chiude gli occhi. Propone, vuole una specie di “governo di un anno” fatto da tutti che non sia Berlusconi. Un governo che diventerebbe il parafulmine di ogni scontento, un governo che si prenderebbe in carico il fallimento-monnezza a Napoli, la non ricostruzione a L’Aquila, l’impossibilità di far riaprire Termini Imerese, l’impraticabilità di assumere tutti precari della scuola e non solo della scuola.
Di fronte al niente crisi e niente governo e all’improponibile leggerezza di un qualche governo “tecnico”, gli editorialisti dei grandi giornali, quelli che in qualche modo parlano ai cinque milioni, cinque e solo cinque, di italiani che si informano, cominciano a dire: allora meglio elezioni. L’ultimo sondaggio in ordine di tempo dice: Pdl al 27 per cento, Lega al 13,5 e La Destra al 2,4. Berlusconi, Bossi e Storace fanno dunque 42,9 per cento. Dall’altra parte Pd al 24,5, Idv al 5,8, Sel al 4,8 per cento. Bersani, Di Pietro e Vendola fanno quindi 35,1 per cento. Più un inutilizzabile 3,6 per cento che è la somma impropria delle intenzioni di voto per Grillo e per le formazioni comuniste. Inutilizzabile perchè per volontà reciproca non si sommano in un’alleanza di governo. Ma anche a volerli sommare, la somma fa 38,7 per cento. Così non c’è partita.
E Fini? E’ accreditato di un otto per cento, ma anche di un tre per cento. Pazzie da sondaggio? No, Fini vale l’otto e anche di più se si presenta come l’altra destra. Vale un terzo di quell’otto se si allea con l’altra parte, quel che destra non è. Perciò Fini non si somma e non si farà sommare al quel 35/39 che può valere la sinistra. Potrebbe Fini sommarsi al 6,2 per cento dell’Udc di Casini e al Mpa che vale 1,4. In totale 15,6 per cento. Quanto basta a non far vincere le elezioni a Berlusconi, quanto non potrà mai “vincere” le elezioni insieme a Vendola, Bersani e Di Pietro. Quindi votare senza governo tecnico di mezzo è il meno peggio che si possa immaginare ma i risultati fermerebbero il treno e nulla più, non c’è nessun altro treno su cui salire.
Maledizione italiana, Paese sfortunato che non se lo merita? Tutt’altro: questo è un Paese che ha tributato pubblici onori e ha conferito ammirazione di massa nonchè cattedra di costume a dieci, cento, mille Lele Mora. Uno che il “mercato” ha riempito di soldi, uno che contava in tv e per il quale si aprivano le case e le pagine dei giornali. Uno che oggi dice, con l’aria di chi impartisce sapienza: “Tutto il mondo funziona così, c’è gente che farebbe qualunque cosa per arrivare. Paese che vai, zoccola che trovi”. La laurea honoris causa in astuta scaltrezza ai Lele Mora non gli è stata conferita da Berlusconi all’ateneo di Arcore. Gli è stata data dal paese nella vasta e diffusa “città degli studi” rispettata e frequentata da milioni di bravi e normali cittadini che i Lele Mora e tutto il resto se lo sono coerentemente e abbondantemente meritato.
