“Il piromane”: con questo titolo a tutta pagina il quotidiano Maariv riferisce della asserita intenzione del premier Recep Tayyp Erdogan di forzare il blocco israeliano a Gaza a bordo di una nuova flottiglia con aiuti umanitari, scortata da navi da guerra della Turchia.
Maariv cita una fonte politica israeliana secondo cui ormai “Erdogan è l’Ahmadinejad n.2 “. Il giornale sostiene che il progetto del premier turco è di “entrare nella Storia come colui il quale è riuscito a rinnovare i fasti dell’Impero turco. È triste constatare – aggiunge il giornale israeliano – che voglia realizzare questi progetti a spese nostre”.
Yediot Ahronot rivela che a bordo della nave-passeggeri turca Marmara erano installate apparecchiature elettroniche molto sofisticate “di un tipo in dotazione solo a grandi organizzazioni di intelligence”. Il giornale ne deduce che il governo di Ankara era coinvolto direttamente nella organizzazione della missione a cui, secondo Israele, hanno preso parte decine di estremisti islamici addestrati alle arti marziali, ben equipaggiati ed organizzati gerarchicamente. Nella sua analisi Yediot Ahronot ritiene che la radicalizzazione della Turchia è una conseguenza del declino regionale degli Stati Uniti e della politica del presidente Barack Obama di graduale distanziamento da Israele.
