Borse e banche danno un segno di vita, poi tornano a spegnersi. Non รจ un gran giorno il primo giorno della settimana di Obama. Fino a venerdรฌ cinque giorni giร decisivi o quasi per gli Usa e per il resto del mondo. Nella settimana appena trascorsa Wall Street ha perso il 6 per cento.
Dovesse continuare a questo ritmo, tra cinque giorni avrebbe consumato lโequivalente dei 738 miliardi che Washington destina come stimolo allโeconomia. Obama รจ pronto ad aggiungerne altri, ma deve convincere che il deficit pubblico americano, oggi al 10 per cento del Pil, tornerร alla lunga intorno al tre per cento. Fa quindi sapere che abbasserร le spese militari e aumenterร le tasse per i redditi sopra i 250mila dollari.
Nellโultimo week-end i membri del G8 hanno dichiarato una guerra non solo di parole ad ogni forma di sregolatezza finanziaria, dai paradisi fiscali agli hedge funds compresi. Tutto ciรฒ ha avuto il momentaneo effetto di un soffio dโaria fresca mentre si attraversa il deserto. Un soffio e nulla piรน: la crisi di fiducia continua, non si dissipa il sospetto su quanto valgano le banche, le banche non erogano credito, tutto si ferma. La settimana di Obama e di tutti noi comincia con lโaffanno.