Il partito liberale canadese, all’opposizione, minaccia una mozione di sfiducia per far cadere il governo del primo ministro conservatore Stephen Harper a causa della sua intenzione di ridurre le imposte sul reddito delle società, a quanto riferisce l’Associated Press.
Ma se anche il governo cadesse e si andasse a nuove elezioni, Harper molto probabilmente le vincerebbe, sebbene senza ottenere la maggioranza in parlamento e quindi non in grado di varare importanti leggi senza il concorso dell’opposizione.
Harper, 51 anni, è deciso a non annullare la tassazione sulle imprese dal 16,5 al 15 per cento e completare così la graduale riduzione cominciata nel 2007 quando l’imposta era del 19 per cento. Ma deve stare attento a non prestare il fianco alle accuse di essere dalla parte del big business, e così i conservatori hanno ribattezzato il provvedimento chiamandolo ”piano di riduzione fiscale per creare posti di lavoro”, senza menzionare le imprese.
Secondo i liberali, nel quadro della crisi finanziaria globale la riduzione proposta da Harper è irresponsabile a fronte di un deficit nazionale di 5 miliardi di dollari.
Esiste comunque la possibilità, seppur remota, che Harper riesca a far passare il suo piano in parlamento se riuscirà ad ottenere i voti dei partiti minori, e in tal caso non ci sarà nessuna elezione. Qualora tale chiamata alle urne dovesse invece avvenire, Harper conta sulla riconoscenza degli elettori per averli traghettati attraverso la crisi in sorprendentemente buone condizioni, con le banche intatte, la disoccupazione ferma al 7,8 per cento e la crescita nel 2010 stimata al 3 per cento.
Harper, considerato una volpe politica, è riuscito a fare qello che molti ritenevano impossibile: governare da destra un Paese istintivamente liberal durante due elezioni e cinque anni al potere, senza mai avere una maggioranza parlamentare. Attualmente il parlamento è così composto: conservatori 143 seggi, liberali 77, nuovi democratici 36 e blocco del Quebec 47.
Ironicamente, il governo Harper potrebbe essere salvato dai voti dal partito dei nuovi democratici, che è di ispirazione socialista e da sempre opposto a riduzioni delle tasse alle imprese, ma che secondo i sondaggi perderebbe voti se si andasse a nuove elezioni.
