PECHINO, CINA – Violenti disordini a Kashgar, nella irrequieta regione occidentale cinese dello Xinjiang, hanno causato la morte di almeno 15 persone, secondo quanto riferito dai media statali.
Le violenze sono cominciate sabato quando due uomini hanno ucciso un camionista e poi con il suo mezzo si sono lanciati tra i pedestri uccidendone sei. Poi sono scesi ed hanno attaccato gli astanti con coltelli. Uno degli attaccanti è stato ucciso dalla folla inferocita.
Domenica un’esplosione ha causato la morte di tre persone e la polizia ha ucciso quelli che l’agenzia di stampa ufficiale ha definito ”quattro sospettati”. Lo Xinjang è abitato da una maggioranza uigura di fede musulmana ed è sato ripetutamente colpito da disordini e tensioni etniche. La BBC riferisce che scontri e violenze sono continuati anche domenica e lunedi. I media locali riferiscono che gli attaccanti di sabato erano uiguri e che le loro azioni sono state precedute da due esplosioni.
Domenica l’agenzia di stampa statale Xinhua ha riferito di un’altra esplosione che ha causato la morte di tre persone, incluso un poliziotto. E’ questa la seconda esplosione di violenza nella regione nel giro di un mese. Il 18 luglio, numerosi poliziotti e civili sono stati uccisi durante un attacco contro una stazione di polizia nella città di Hotan. I funzionari cinesi hanno attribuito gli attacchi a quelli che hanno definito la minoranza di ‘terroristi’ uiguri in quella regione.
Secondo la BBC gli uiguri del Xinjiang sono insofferenti di quello che definiscono il dominio repressivo di Pechino e sono furiosi per la forte immigrazione dei cinesi di etnia han, che in Cina sono la maggioranza. Nel 2009 sanguinosi disordini sono esplosi nello Xinjiang tra uiguri e cinesi han con un bilancio di 200 morti.
