CINA, SHANGHAI – Quella di Tsering Gyal è la venticinquesima autoimmolazione avvenuta dall’inizio di quest’anno. La protesta estrema arriva in un momento nel quale in diverse contee del Sichuan e del Qinghai, province limitrofe al Tibet, molte comunità tibetane stanno protestando e sono sotto stretto controllo delle autorità cinesi, per il rifiuto di issare la bandiera rossa di Pechino.
Le condizioni dell’ultimo immolato, monaco del monastero di Akyong, non sono state rese note, anche perchè la polizia ha spento le fiamme e ha portato il monaco in un vicino ospedale, dove è sotto sorveglianza degli agenti.
Secondo alcune testimonianze diffuse sulla rete, Tsering Gyal ha urlato alla liberazione del Tibet dal controllo cinese e al ritorno del Dalai Lama, mentre veniva avviluppato dalle fiamme.
L’ultima immolazione era avvenuta ad opera di un uomo, padre di due bambini, lo scorso 28 settembre a Gomang Yutso, nei pressi della sua abitazione, nella contea di Ngaba, Aba per i cinesi, nella provincia cinese del Sichuan.
