PECHINO, CINA- Un monaco tibetano si è dato fuoco nella Cina occidentale in segno di protesta contro il governo di Pechino e mentre era ancora avvolto dalle fiamme la polizia subito accorsa lo ha preso a calci e manganellate provocando la protesta di altri monaci nei paraggi, a quanto riferisce l’Associated Press.
Il ventunenne monaco, Phuntsong, che come molti tibetani hanno un solo nome, si è dato alle fiamme in una strada centrale della città di Aba, presso il monastero Kirti, nella prvincia del Sichuan, secondo quanto riferito dal monaco Kusho Tsering a Dharmsala, in India.
L’agenzia di stampa ufficiale Xinhua ha citato un non meglio identifiato funzionario della contea di Aba, il quale ha detto che Phuntsong è morto nelle prime ore del mattino di giovedi, 10 ore dopo terribili sofferenze per la sua immolazione perchè i monaci che si sono stretti attorno a lui non hanno permesso alla polizia di portarlo in ospedale.
Il resoconto del monaco esiliato a Dharmsala mette in luce le forti tensioni nel Tibet e nelle regioni occidentali della Cina abitate da tibetani a causa di svariati anniversari che sono ricorsi o ricorrono questo mese, incluso quello del 10 marzo 1959 quando la Cina represse la rivolta dei tibetani e il Dalai Lama fu costretto a fuggire. La contea di Aba è da anni la scena di vaste proteste anti-Pechino con la partecipazione di centinaia tra monaci e cittadini.
”I monaci del monastero di Kirti non perdono occasione di protestare contro il governo centrale e la sua dominazione del Tibet”, ha dichiarato Tsering, che appartiene allo stesso monastero. ”E’ un ovvio sistema per dimostrare il risentimento del popolo tibetano”, ha aggiunto.
Dopo che Phuntsong si è dato alle fiamme la polizia è intervenuta per spegnerle, picchiando il monaco morente. Gli altri monaci lo hanno rasferito nel vicino monastero ed hanno dopo sfilato nelle strade di Aba prima di essere dispersi dalla polizia.
