Il governo cinese ha licenziato Wang Lequan, il capo del Partito Comunista nella regione nordoccidentale del Xinjiang, dove nel luglio scorso quasi 200 persone sono state uccise in scontri interetnici.
La notizia del licenziamento di Wang, che ha governato il Xinjiang con pugno di ferro dal 1994, è stata data sabato dall’ agenzia Nuova Cina, che non ne ha spiegato le ragioni. Al suo posto è stato insediato Zhang Chunxian, aggiunge l’ agenzia.
Wang Lequan era stato apertamente contestato dalla popolazione di Urumqi, la città dove si sono verificati gli incidenti di luglio. Gli immigrati cinesi lo accusavano di non averli protetti dalle violenze degli uighuri, gli abitanti originari del Xinjiang.
A loro volta gli uighuri erano scesi per le strade per protestare contro l’ uccisione di due uighuri in una città della Cina merdionale. Il Xinjiang, che confina con il Pakistan, l’ Afghanistan, l’ India e con l’ Asia centrale, si trova in una posizione di importanza strategica ed è ricco di materie prime tra cui gas e petrolio.(ANSA).
