PECHINO, CINA – Le autorità cinesi sono impegnate da tre settimane in una dura repressione del dissenso che non ha precedenti da anni e la cui ultima vittima è stata Teng Biao, uno dei pochi avvocati che si battono accanitamente per il rispetto dei diritti umani ed uno stato di diritto.
Teng è stato in precedenza ripetutamente imprigionato, picchiato e minacciato di morte, ma la sua ulima detenzione, avvenuta tre settimane fa, ha suscitato particolari apprensioni perchè di lui non si è saputo più nulla fino a quando lunedi è stato finalmente liberato.
”Questa volta è stata davvero particolare – ha dichiarato al New York Times la moglie, Wang Ling – perchè in passato lo trattenevano solo qualche giorno e rendevano note le cause dell’arresto. Ma questa volta non mi è stato detto nulla e le mie richieste di spiegazioni non hanno ottenuto risposta”.
Teng è solo uno dei molti difensori dei diritti umani che ultimamente sono stati arrestati e poi spariti nel quadro di un giro di vite particolarmente intenso allo scopo, rilevano gli analisti, di mantenere la stabilità sociale dopo quanto è avvenuto e sta avvenendo nel mondo arabo.
In questo periodo le autorità di Pechino sono inquiete per le anonime incitazioni in cinese via internet alla Rivoluzione dei Gelsomini, la stessa che ha rovesciato il potere dittatoriale in Tunisia e che poi è dilagata nel resto del Medio Oriente. Le forze di sicurezza hanno anche imposto un giro di vite sui giornalisti stranieri come non succedeva da molto tempo.
Tale è la foga della repressione che gli Stati Uniti si sono detti ”sempre più preoccupati dalla illegale e forzata sparizione dei più conosciuti avvocati e attivisti cinesi, di molti dei quali non si hanno più notizie da febbraio”, ed hanno espresso la loro inquitudine al governo di Pechino.
Le autorità cinesi evitano di dare notizie sui detenuti, e l’edizione estera del Quotidiano del Popolo, organo del partito comunista, ha pubblicato un editoriale sulla Cina e il Medio Oriente che dice tra l’altrto: ”Certe persone dentro e fuori la Cina per motivi nascosti stanno cospirando per spingere le acque agitate verso la Cina. Usano internet per soffiare sul fuoco sperando di dare luogo ”alla politica di piazza” e seminare il caos in Cina”.
L’organizzazione China Human Rights Defenders, ha reso noto che 17 persone sono state arrestate in relazione agli incitamenti alla Rivoluzione dei Gelsomini e sono indagate per svariati crimini. Tra loro c’è anche Ran Yunfei, scrittore e blogger del Sichuan. Queste indagini finiscono spesso con procedure di carattere penale.
Eva Pils, docente di legge all’Università Cinese di Hong Kong, ha dichiarato che il lungo silenzio sui detenuti è insolito, e che ”c’è molta preoccupazione sul loro trattamento durante il periodo della loro sparizione”.
Si ricorda in proposito quanto successo nel 2007 a Gao Zhisheng, un avvocato specializzato in diritti umani, che ha raccontato di essere stato picchiato con manganelli elettrificati e bruciato con la brace di sigarette mentre era segretamente detenuto.
