Gli Stati Uniti lanciano un nuovo monito alla Corea del Nord, supportato da nuove sanzioni contro il regime per rimarcare che comportamenti aggressivi nei confronti di Seul, dopo il tragico affondamento della corvetta sudcoreana Cheonan, non saranno più tollerati.
”Il varo della serie di misure vuole potenziare la capacità di prevenire la proliferazione di Pyongyang, fermare le sue attività illecite di recupero dei fondi e scoraggiare possibili azioni provocatorie”, ha annunciato in conferenza stampa a Seul il segretario di Stato americano Hillary Clinton, al termine dell’incontro sulla sicurezza (il cosiddetto ‘2+2′) avuto con il segretario alla Difesa Robert Gates e le controparti sudcoreane, Yu Myung-hwan e Kim Tae-young.
”Abbiamo definito sanzioni specifiche che hanno lo scopo di destabilizzare le politiche del governo, esercitando pressione sull’isolato regime comunista e non a danno della popolazione. E’ uno schema – ha aggiunto – che punta a rafforzare la nostra esecuzione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu numero 1718 e 1874”, adottate dopo il primo e secondo test nucleare della Corea del Nord, nel 2006 e nel 2009.
Il capo della diplomazia americana ha pure osservato che gli Stati Uniti considererebbero l’ipotesi di rivedere la posizione sui colloqui a Sei, in fase di stallo e relativi all’abbandono dei piani nucleari di Pyongyang, ”in presenza di segnali sinceri e positivi che finora non si sono visti”.
La missione in Corea del Sud era stata inizialmente decisa per ricordare i 60 anni dell’attacco del Nord contro il Sud che portò alla Guerra di Corea, ma è diventata l’occasione per rafforzare il legame con Seul e lanciare un avvertimento a Pyongyang perché metta da parte comportamenti aggressivi, a maggior ragione dopo le responsabilità che gli sono state attribuite dal pool di esperti internazionali nella tragedia della Cheonan, costata la vita a 46 uomini d’equipaggio.
”Continuiamo a inviare un messaggio alla Corea del Nord: c’è un’altra strada, ma fino a quando non cambierà direzione, gli Stati Uniti staranno fermamente accanto al popolo e al governo della Repubblica di Corea”, aveva detto poco prima la ex First lady, nel corso della visita alla zona smilitarizzata, l’area cuscinetto che separa le due Coree dalla fine della guerra del 1950-53, all’altezza del trentottesimo parallelo.
Per rendere ancora più chiari i propositi al Nord, Usa e Corea del Sud terranno, a partire da domenica 25 luglio, quattro giorni di esercitazioni navali congiunte nelle acque del mar del Giappone, con tanto di supporto aereo e impiego della portaerei USS George Washington a propulsione nucleare, l’ammiraglia da 97 mila tonnellate della VII Flotta americana.
”Un tentativo di invasione della Corea del Nord”, secondo la tv di Stato di Pyongyang, mentre la Cina ha ancora espresso ”profonda preoccupazione” per l’iniziativa. ”Invitiamo le parti a mantenere la calma e a evitare azioni che possano esasperare le tensioni regionali”, ha commentato in una nota Qin Gang, portavoce del ministero degli Esteri di Pechino.