La delegazione europea chiuderà in anticipo la sua missione in Corea del Nord. L’indicazione, ”senza ripensamenti”, è emersa ieri sera, al termine degli incontri avuti con i rappresentanti del partito dei Lavoratori e del ministero degli Esteri. ”Non c’è più ragione per noi di essere qui”, spiega all’Ansa uno dei diplomatici Ue.
Giunta a Pyongyang lunedì, per la prima volta da ottobre 2009, la delegazione avrebbe dovuto completare il suo lavoro venerdì con una visita a Kaesong, il distretto industriale a sviluppo congiunto all’altezza del 38° parallelo, al confine con la Corea del Sud. I colpi di artiglieria, sparti dal Nord contro l’isola di Yeonpyeong, hanno modificato completamente lo scenario.
”Eravamo qui convinti che sarebbe stato un altro gesto utile in vista delle ripresa del tavolo a Sei (quello per la denuclearizzazione della Corea del Nord di cui fanno parte le due Coree, Usa, Russia, Giappone e Cina, ndr), subito dopo la conclusione del G20 di Seul. La realtà, però , è diversa”, aggiunge il diplomatico in procinto di lasciare il Paese subito dopo un incontro con i rappresentanti delle ambasciate europee a Pyongyng, ospitato da quella di Romania, che ha in questa fase il ruolo di coordinamento.
”Ci è stato riferito che la Corea del Nord vuole avere rapporti di amicizia con il Sud – precisa ancora – e abbiamo avuto la percezione che non c’è alcuna consapevolezza dei rischi verso cui vanno incontro dopo un’azione come quella”.
La radio, in attesa che la tv riprenda le trasmissioni quotidiane (alle 5 del pomeriggio), continua a riproporre il comunicato dell’esercito del Popolo sulle ragioni dei colpi di artiglieria ”sparati in risposta a una provocazione del Sud”. A Pyongyang la temperatura è sempre sottozero e la nebbia, a differenza di ieri, avvolge la capitale coreana.
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