La marina sudcoreana ha cominciato nelle giornata di mercoledì quattro giorni di manovre al largo della costa orientale della penisola coreana. Lo rende noto l’esercito. Le esercitazioni si tengono a un centinaio di miglia dal confine con il Nord e con l’impiego di sei navi da guerra ed elicotteri. Obiettivo delle manovre – secondo quanto riferisce l’esercito di Seul – è prepararsi a rispondere a un’eventuale intrusione di sottomarini o motovedette nordcoreane nelle acque della Corea del Sud.
La Corea del Sud ha annunciato anche di aver dato inizio alla più massiccia esercitazione militare terrestre, anche con l’impiego di aerei e con l’uso di munizioni vere, a ridosso del confine con la Corea del Nord. L’esercitazione terrestre, fa sapere l’esercito, durerà tre giorni e si svolge nella località di Pocheon, circa 20 km a sud della frontiera con il Nord. Saranno impiegati circa 800 soldati, elicotteri da combattimento, aerei da caccia, carri armati, cannoni autotrasportati, lanciamissili e razzi anticarro.
Questa nuova ondata di manovre militari navali, aeree e terrestri segue di due giorni una breve esercitazione di artiglieria sudcoreana sull’isola di Yeonpyeong, che il 23 novembre fu cannoneggiata dai nordcoreani causando quattro morti. Il Nord, alla cui attenzione è diretta questa nuova prova di forza, finora non ha espresso reazioni. Due giorni fa, in occasione dell’esercitazione di artiglieria, Pyongyang disse che ”non vale la pena di reagire alle provocazioni”, dopo aver minacciato nei giorni immediatamente precedenti ”devastanti attacchi” nel caso l’esercitazione si fosse tenuta.