MOSCA – Vladimir Putin annuncia spese militari colossali e riesuma i cosacchi a cavallo. La Russia non deve “indurre nessuno in tentazione con la propria debolezza” ha sostenuto. Un forte riarmo, per fronteggiare lo scudo spaziale Usa in Europa e le minacce di conflitti vicini ai confini e nello stesso tempo per trainare lo sviluppo dell’economia, restituendo al Paese il ruolo leader che aveva l’Urss in campo militare. Alla vigilia del voto del 4 marzo, il candidato Putin promette una spesa di quasi 600 miliardi di euro nei prossimi dieci anni per ammodernare l’ex armata rossa.
Per illustrare la sua dottrina militare, ha scritto un lungo articolo dal titolo “Essere forti: le garanzie di sicurezza nazionale della Russia”, pubblicato dal quotidiano ufficiale del governo Rossiskaia Gazeta. Il premier russo rilancia un piano decennale di ammodernamento delle forze armate già annunciato a fine 2010 ma lo dettaglia e lo contestualizza sullo scenario dell’attualità internazionale, pur senza mai nominare le rivolte arabe o l’Iran.
Obiettivo: “Non si deve ripetere la tragedia del 1941”, quando l’impreparazione del Paese fu pagata con enormi perdite dopo l’attacco tedesco. Vuole perfino riesumare i cosacchi, i cavalieri delle steppe che difesero lo zar dai bolscevichi, “coinvolgendoli nel servizio militare e nell’educazione patriottica della gioventù russa”.
I numeri sono pesanti: oltre 400 moderni missili balistici intercontinentali, 28 sistemi anti-missili S-400, dieci sistemi di missili Iskander-M, piùdi 50 navi da guerra, otto sottomarini nucleari e 20 normali, oltre 600 aerei, compresi i caccia di quinta generazione, più di mille elicotteri, 2.300 tank e un centinaio di satelliti militari. E un esercito più professionale (con soli 300 mila soldati di leva su un milione entro il 2017), meglio pagato (da gennaio stipendio triplicato), versatile, ”moderno, capace di essere mobilitato in qualsiasi momento”.
Putin vuole colmare il ritardo accumulato dalla Russia dopo il crollo dell’Unione Sovietica, da lui definito ”la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo”.
”Dobbiamo riconquistare lo status di leader in tutte le tecnologie militari”, scrive il capo del governo, citando il settore spaziale, la guerra nel cyberspazio ma anche le armi del futuro, quelle con effetti geofisici, genetici e psicofisici o che sfruttano onde e raggi: ”armi più accettabili sul piano politico e militare”, sottolinea.
A costringere Mosca sulla via del riarmo, sostiene il premier, è la politica degli Usa e della Nato nel settore della difesa antimissile: allo scudo europeo la Russia darà una risposta ”efficace e asimmetrica”, promette. Ma Putin evoca anche le ”nuove guerre regionali e locali che si stanno sprigionando sotto i nostri occhi”.
”Ci sono tentativi di provocare tali conflitti nelle immediate vicinanze dei confini russi e dei nostri alleati”, prosegue, convinto che i recenti avvenimenti abbiano intaccato il ruolo della legge internazionale.
Un chiaro riferimento alla Libia, ma anche all’Iran e alla Siria, che il Cremlino difende dalle sanzioni occidentali all’Onu. ”In queste condizioni la Russia non può dipendere solo dai metodi diplomatici o economici per risolvere i conflitti”, ammonisce.
Ecco quindi l’ambizioso progetto di riarmo. ”Si sostiene talvolta che la rinascita del complesso militare-industriale sia un giogo per l’economia, una zavorra insormontabile che a suo tempo avrebbe portato alla rovina l’Urss. Io sono convinto che sia un grave errore”, scrive, attribuendo la causa del crollo dell’impero sovietico al soffocamento delle tendenze di mercato nell’economia.
A suo avviso, l’ammodernamento del complesso militare, suo tradizionale bacino elettorale, diventerà ”una locomotiva per lo sviluppo dei settori più diversi”, un ”motore per la modernizzazione di tutta l’economia”. Una prospettiva criticata da alcuni esperti, secondo i quali la teoria di far fare un balzo in avanti all’economia grazie all’industria bellica è superata dagli anni Cinquanta. ”E’ questa la diversificazione di un’economia ancora ancorata saldamente a gas e petrolio?”, ironizza l’opposizione.
