Il leader nordcoreano Kim Jong-il ha ordinato ai suoi militari di mettersi sul piede di guerra. Lo afferma nella mattinata di martedì 25 maggio l’agenzia sudcoreana Yonhap, citando fonti della Corea del Nord. A far salire ancora di più la tensione, poco dopo è arrivata una nuova minaccia di Pyongyang che si dice pronta ad azioni militari se la Corea del Sud dovesse di nuovo invadere le acque territoriali.
La tensione fra le due coree ha avuto un’improvvisa escalation con le sanzioni decise ieri da Seul contro Pyongyang, accusata dell’affondamento di una corvetta sudcoreana che ha causato la morte di 46 persone. Lunedì 24 maggio gli Stati Uniti hanno annunciato il loro sostegno a Seul e Barack Obama ha chiesto ai militari americani di tenersi pronti per un’eventuale azione.
L’ordine del ‘caro leader’ Kim Jong-il di massima allerta alle truppe nordcoreane, con tanto “di pronti a combattere se attaccati”, è stato riferito dal gruppo di rifugiati del Nord a Seul, North Korea Intellectuals Solidarity (Nkis), secondo cui “le disposizioni sono state trasmesse pubblicamente a tutta la nazione”. Il gruppo ha precisato che la disposizione è stata impartita il 20 maggio scorso, lo stesso giorno in cui la Corea del Sud ha diffuso i risultati delle indagini condotte dalla commissione internazionale che ha attribuito a un siluro di Pyongyang la causa dell’affondamento della corvetta Cheonan, avvenuto il 26 marzo scorso.
L’assetto da combattimento è stato quindi deciso prima che la Corea del Sud annunciasse le pesanti contromisure verso il Nord, con il blocco, tra l’altro, dell’interscambio commerciale e degli altri rapporti ad eccezione del distretto di Kaesong. “Non speriamo nella guerra, ma se la Corea del Sud, con gli Stati Uniti e il Giappone alle spalle, cerca di attaccarci, Kim Jong-il – secondo quanto detto nel messaggio da un altro ufficiale – ci ha ordinato di portare a termine il processo di riunificazione della penisola, abbandonato nel corso della guerra di Corea”.