Il Cremlino boccia il referendum costituzionale che trasformerà il Kirghizistan nella prima democrazia parlamentare dell’Asia centrale. Il presidente russo Dmitri Medvedev, commentando in una conferenza stampa alla fine del G20 di Toronto il trionfo del sì al referendum, ha ammonito che «una Repubblica parlamentare in Kirghizistan potrebbe incoraggiare l’arrivo al potere delle forze estremiste». Lo riferiscono le agenzie russe. Il presidente Medvedev ha dichiarato: «Faccio fatica a immaginare come un modello di repubblica parlamentare potrebbe funzionare in Kirghizistan, senza provocare una serie di eterni problemi e incoraggiare l’arrivo al potere delle forze estremiste. Attualmente ci sono molti scenari per il Kirghizistan, incluso il più spiacevole, il collasso dello Stato». Medvedev ha poi proseguito. «Per evitare un tale scenario bisogna avere un potere forte, ben organizzato».
Le sue dichiarazioni contrastano con l’appoggio dato finora da Mosca a Rosa Otunbayeva, premier del governo provvisorio del Kirghizistan, dove Russia e Usa hanno una base militare. Medvedev si è sempre detto favorevole ad una repubblica presidenziale anche per la Russia, in linea con una tradizione storica che ha visto il Paese sostanzialmente sempre dominato da un leader forte. Anche in Asia centrale domina il modello presidenziale, con una connotazione più o meno autoritaria o fortemente verticistica in Uzbekistan, Turkmenistan, Kazakhstan e anche in Kirghizistan, prima della deposizione di Kurmanbek Bakiev.
