
WASHINGTON, STATI UNITI – Una risposta debole: cancellare le esercitazioni militari congiunte con l’Egitto e’ troppo poco. L’equilibrismo del presidente Barack Obama sulla crisi egiziana non convince: non piace ai repubblicani, ed e’ accolta con freddezza dai democratici che la ritengono solo un primo passo e con scetticismo dalla stampa.
Condannare la violenza come ha fatto Obama va bene, ma – e’ la critica più diffusa – quello che sarebbe necessario e’ la sospensione degli aiuti, complessivamente 1,5 miliardi di dollari l’anno di cui 1,3 miliardi di dollari vanno ai militari. L’amministrazione cerca di spiegare la ‘cautela’ di Obama affermando che la maggior preoccupazione di Washington e’ che l’Egitto “prenda la strada della Siria”. ”Nel Paese c’e’ la possibilita’ reale di una guerra civile”, afferma un rappresentante dell’amministrazione.
Alla Casa Bianca e fra gli ambasciatori americani nell’area, il timore e’ quello che una guerra civile in Egitto possa aumentare l’instabilita’ di tutta la regione, dalla Siria al Libano passando per l’Iraq. Israele avrebbe gia’ messo in guardia gli Stati Uniti: se l’Egitto soccombera’ alla violenza, la gia’ fragile Giordania potrebbe essere la prossima, mettendo a rischio l’ultimo stabile confine israeliano. Obama, duramente criticato, e’ a caccia di un difficile equilibrio: da un lato la volonta’ di condanna e dall’altro il mantenimento di canali aperti con l’Egitto, evitando cosi’ il rischio di incoraggiare i manifestanti a ritenere che loro, con la violenza, possano avere successo.
”Non sta facendo abbastanza e sta violando le nostre stesse regole non descrivendo la situazione in Egitto per quello che e’, perche’ se lo avesse fatto, se avesse parlato di colpo di stato, la nostra legge e’ chiara, gli aiuti sarebbero stati tagliati”, afferma l’influente senatore John McCain. ”Il presidente condanna la violenza in Egitto ma continua a finanziarla con miliardi di dollari”, rincara la dose il senatore repubblicano Rand Paul. La stampa americana parla di inazione e di ‘complicita” dell’amministrazione.
”Complicita”’ denunciata, sulle pagine del New York Times, anche da Amr Darrag, componente di ‘Freedom and Justice Party’, che e’ affiliato ai fratelli musulmani. Darrag, ex ministro nel governo di Mohamed Morsi, attacca la ”scioccante e irresponsabile retorica del Dipartimento di Stato e degli altri diplomatici dell’occidente, che hanno chiesto ai fratelli musulmani e ai manifestanti di rinunciare alla violenza”. ”Gli Usa – aggiunge Darrag – devono riconoscere che ogni giorno che passa rafforza la percezione fra gli egiziani che la retorica americana sulla democrazia e’ vuota”.
