IL CAIRO, 2 DIC – A quattro giorni dalle prime elezioni del dopo-Mubarak, in Egitto regna il caos: con 24 ore di ritardo, la commissione elettorale egiziana ha annunciato il risultato del voto di lunedì e martedi', limitandosi però a fornire un elenco nominativo dei candidati della quota uninominale che sono passati al primo turno o che andranno al ballottaggio lunedi' prossimo.
I dati aggregati sulle liste proporzionali non sono stati annunciati, quindi al momento occorre affidarsi ancora alle indiscrezioni di stampa che continuano a dire che il partito dei Fratelli musulmani Giustizia e Liberta' si attesta sul 40% dei voti. I salafiti vengono dati in un testa a testa per il secondo posto col Blocco egiziano, laico e moderato. Alcuni media online attribuiscono alla coalizione el Nour salafita il 20%, conquistandosi quindi una fetta significativa dell'elettorato, che e' andato alle urne nei primi nove governatorati che si sono espressi nelle elezioni per il primo parlamento del dopo Mubarak.
Il tasso di affluenza, certificato dalla commissione elettorale e' stato per questo paese impressionante, il 62%. Una cifra storica, ha affermato Abdel Moez Ibrahim, presidente della commissione elettorale.
Molti i ballottaggi nel complesso sistema elettorale in base al quale un terzo dei seggi, 166, saranno assegnati con il sistema uninominale e gli altri due terzi, pari a 332 seggi, saranno attribuiti con voto di lista proporzionale. I risultati sulla quota proporzionale non saranno annunciati che alla fine della lunga tornata elettorale che si chiudera' l'11 gennaio, quando si concluderanno le due altre tornate di voto.
I partiti islamici hanno tentato di lanciare segnali concilianti ad un paese che si aspettava la vittoria dei Fratelli musulmani, ma non il successo cosi' marcato dei salafiti. Esponenti della Confraternita hanno ribadito che dalle urne verra' una maggioranza che puntera' a fare un governo di coalizione aperto ad altre forze, non solo islamiste.
Il portavoce dei salafiti ha cercato di rassicurare i cristiani d'Egitto, sostenendo che i loro diritti sono tutelati dalla sharia. I manifestanti si sono ritrovati nuovamente oggi in piazza Tahrir, anche se il loro numero e' notevolmente sceso rispetto alla scorsa settimana. In una marcia dedicata alla memoria dei giovani uccisi durante gli scontri nei pressi del ministero dell'interno i dimostranti hanno continuato a scandire slogan contro il Consiglio militare, i cui sostenitori si sono riuniti a pochi chilometri dalla piazza della rivoluzione per rinnovare il loro sostegno alla giunta militare.
Mentre gli scenari sul futuro politico del paese si moltiplicano, il premier incaricato Kamal el Ganzuri ha continuato a riempire i tasselli del suo governo, che dovrebbe nascere ufficialmente domani. Una decina sono i ministri che rimarranno dal precedente governo di Essam Sharaf, fra questi il ministro degli esteri Mohamed Kamel Amr, della cooperazione Fayza Abul Naga, e dell'informazione Osama Hekal. Il generale Abdel Moneim El Shahat e' stato ricevuto da Ganzuri ma ha spiegato di non avere ancora accettato l'incarico di ministero dell'Interno.
