
IL CAIRO, EGITTO – ”Hayzaboon, strega, vai a casa”! Guai in vista per l’ambasciatrice americana al Cairo, Anne Patterson. Manifesti con la caricatura della diplomatica, in Egitto dal 2011, sono comparsi a Piazza Tahrir nelle proteste contro il presidente Mohamed Morsi, deposto dall’esercito. Improvvisamente bersaglio nell’ultima rivolta politica in Medioriente, l’inviata dell’amministrazione Usa e’ diventata per la piazza in fermento il simbolo dell’ingerenza americana nelle questioni del paese.
Secondo il New York Times, gli attacchi alla Patterson, una diplomatica da 40 anni in carriera, sono da un lato il retaggio dello storico coinvolgimento americano in Egitto, dall’altro dello scarso livello di attenzione prestato da Washington agli affari egiziani dai giorni della deposizione di Hosni Mubarak. ”Viene attaccata perche’ e’ il volto dell’America”, ha detto Vali Nasr, un ex collega che ha lavorato con la Patterson quando era ambasciatrice in Pakistan: ”Ma il fatto che sia lei a venir criticata e non il presidente, dimostra la latitanza dell’amministrazione”.
In pole position per essere promossa Assistente Segretario di Stato per il Medioriente, la Patterson ha cominciato ad aver problemi il 18 giugno: invitata a parlare sui rapporti tra Stati Uniti e Fratelli Musulmani, aveva accettato di buon grado l’occasione di ”raccontare le cose come stanno”. Pur sostenendo gli sviluppi democratici in Egitto, aveva spiegato, gli Stati Uniti devono pur sempre trattare con chi e’ al potere: ”Non penso che la natura eletta di questo governo sia seriamente in dubbio”, aveva aggiunto, dicendosi ”seriamente in dubbio che l’azione della piazza possa produrre risultati migliori delle elezioni”.
Parole che, nel contesto delle manifestazioni, avevano fatto della Patterson la nemica di Tahrir Square, riaccendendo allo stesso tempo il ricordo della iniziale riluttanza del presidente Obama a tagliare i ponti con Mubarak. ”Negli ultimi sei mesi l’Ambasciatore Patterson ha articolato piu’ chiaramente le preoccupazioni per la traiettoria dell’Egitto, ma le affermazioni sui Fratelli Musulmani sono state un intervento poco equilibrato e poco tempestivo nella politica interna egiziana”, ha detto Tamara Cofman Wittes, ex funzionario del Dipartimento di Stato passata alla Brookings.
E’ la seconda volta in pochi mesi che la Patterson crea polemiche: nei giorni dell’assalto al consolato americano a Bengasi in cui mori’ l’ambasciatore Chris Stevens, la sua ambasciata, anch’essa sotto attacco, aveva inizialmente emesso un comunicato di scuse per un video denigratorio su Maometto.
