
IL CAIRO, EGITTO – Le autorità egiziane hanno imprigionato il deposto presidente Mohammed Morsi per 15 giorni con una serie di accuse che includono l’uccisione di soldati e l’aver cospirato con Hamas, a quanto informa venerdi l’agenzia di stampa ufficiale.
La notizia è stata diffusa poche ore prima l’inizio delle dimostrazioni di massa di milioni di egiziani schierati pro o contro Morsi, che è stato deposto dai militari il 3 luglio.
Le accuse rivolte a Morsi forniscono ai militari le basi legali per continuare la prigionia di Morsi e si riferiscono alla sua fuga da una prigione a nord del cairo assieme ad un gruppo di leader della Fratellanza musulmana.
L’agenzia di stampa informa che il giudice istruttore Hassan Samir ha interrogato Morsi contestandogli le accuse a suo carico, senza precisare quando o dove ciò è avvenuto.
Un portavoce della Fratellanza Musulmana, che accusa i militari di aver organizzato un golpe contro un capo di stato democraticamente eletto, ha definito ”ridicole” le accuse rivolte a Morsi. Il portavoce, Gehad El-Haddad, ha dichiarato che il golpe indica il ritorno del ”vecchio regime”.
