
IL CAIRO, EGITTO, – Il governo egiziano ha intrapreso un nuovo corso in politica estera che ha giĆ cominciato a scompigliare il vecchio ordine in Medio Oriente mediante la progettata apertura del confine con Gaza e la normalizzazione delle relazioni con due nemici dell’Occidente e di Israele, Hamas e l’Iran.
I funzionari governativi del Cairo, scrive il New York Times, imbaldanziti dalla rivoluzione e con gli ochi puntati sulle prossime elezioni, affermano di voler attuare politiche che meglio si adattano ai desideri dell’opinione pubblica. E cioĆØ riottenere l’influenza dell’Egitto nella regione terminata quando il Paese ĆØ diventato un prevedibile alleato di Washington e di Israele negli anni seguiti al trattato di pace del 1979 con Tel Aviv.
Il primo segnale di questa virata ĆØ stato l’accordo che per i buoni uffici dell’Egitto ĆØ stato raggiunto mercoledi per la riconciliazione tra i palestinesi di Fatah con i suoi rivali di Hamas. ”Abbiamo voltato pagina, e l’Egitto sta riassumendo il ruolo cui aveva rinunciato”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, ambasciatrice Menha Bakhoum.
Ma il nuovo corso della politica estera egiziana può alterare l’equilibrio delle forze nela regione, consentendo all’Iran di avvicinarsi a quello che prima era un suo implacabile nemico, l’Egitto, e peggiorando cosƬ ulteriormente le relazioni con Israele. ”Il riavvicinamento tra l’Egitto e l’Iran e il miglioramento delle sue relazioni con Hamas ci preoccupano”, ha dichiarato un alto funzionario governativo di Tel Aviv, ”perchĆØ queste azioni potrebbero avere conseguenze strategiche per la sicurezza di Israele”.
Quanto al riavvicinamento con l’Iran, l’ambasciatrice Bakhoum ha rilevato che ”tutto il mondo intrattiene relazioni diplomatiche con l’Iran, tranne gli Stati Uniti ed Israele, e noi consideriamo l’Iran come un vicino regionale col quale dovremmo avere normali relazioni”. Ha poi aggiunto: ”Noi non consideriamo l’Iran un nemico, come lo era durante il passato regime, ma non lo consideriamo nemmeno un amico”. Ā
Svariati analisti egiziani, inclusi ex-funzionari e diplomatici del regime di Hosni Mubarak, si dicono entusiasti del nuovo corso. ”In Egitto si avverte una nuova esigenza, e cioĆØ che il Paese deve tornare ad essere rispettato come un potenza regionale”, afferma Emad Gad, analista di politica esteras ed esperto di relazioni con Israele presso l’Al Ahram Center for Political and Strategic Sudies. E il ministro degli esteri Nabil el-Araby ha detto ai palestinesi che ”non vuole più parlare di ‘processo di pace’, ma di vera e propria pace”.
