Un super-bonus fino a 66.000 euro all’anno per ricompensare i prefetti francesi più ”meritevoli”, che ottengono cioè i migliori risultati in materia di sicurezza pubblica e stradale ed occupazione. Solleva polemiche il decreto del ministero dell’Interno di Parigi, di cui rende conto oggi il quotidiano Le Parisien.
Secondo il giornale, il governo ha votato in sordina nel novembre 2008 una misura – entrata effettivamente in vigore un anno dopo – che fissa ”obiettivi” concreti ai 126 prefetti e 450 viceprefetti in servizio in tutto il paese, in una regione o dipartimento. Si tratta cioe’ di raggiungere cifre ottimali in materia di delinquenza, di sicurezza sulle strade e di disoccupazione (si conta per esempio il numero di contratti firmati per favorire il ritorno al lavoro dei disoccupati). Se questi tre criteri sono realizzati nei tempi stabiliti scattano bonus extra pari ad un massimo di 41.000 euro all’anno per un viceprefetto e di 66.000 euro per un prefetto.
Il sistema bonus-risultati piace ad altre categorie di lavoratori del servizio pubblico in Francia, tanto che, scrive il giornale, potrebbe estendersi gradualmente ad altri, o a tutti, i settori. Ma molti dubbi sorgono all’interno dello stesso servizio pubblico, tra quanti temono una manipolazione dei dati della delinquenza da parte degli uffici competenti, attirati dai maxi-premi.
Per Olivier Boisteaux, responsabile del sindacato dei commissari di polizia, intervistato da Le Parisien, questa direttiva e’ l’equivalente ”del sistema dei bonus bancari applicati alla funzione pubblica”. Secondo lui ”l’idea di un’indennita’ versata in funzione dei risultati e’ perversa nel servizio pubblico. Alcuni potrebbero essere tentati di manipolare i numeri per intascare bonus piu’ alti possibile”.
In risposta, il ministero dell’Interno ha rifiutato oggi di paragonare i premi ai prefetti ai bonus bancari, sottolineando inoltre che ”questa politica di premiare in base ai risultati e’ generalizzata oggi a tutti i dirigenti della funzione pubblica, secondo le istruzioni del presidente e del primo ministro”.
