Acquisto di sottomarini, misteriosi intermediari libanesi, commissioni ambigue che transitano su conti off shore panamensi, armi, attentati. Spunta il nome di Sarkozy dietro quello che in Francia è già stato ribattezzato come “l’affaire pakistana”: il dossier “Agosta”.
Secondo il quotidiano francese Liberation, mazzette consistenti avrebbero rimpinguato le casse della campagna presidenziale del ’95 di Balladur, gestita dal presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy, che all’epoca era ministro del bilancio. Un bottino di 10 milioni di franchi, oggi 1 milione e mezzo di euro.
Il quotidiano ha analizzato i conti della campagna elettorale di Edouard Balladur per le presidenziali del 1995 ed è emerso un versamento in contanti rilevante che Sarkozy e l’ex candidato alle presidenziali hanno banalmente liquidato come “soldi raccolti ai meeting elettorali”. Ma la cifra rappresenta oltre il 20% del budget totale a disposizione di Balladur per la campagna e, in banconote di grosso taglio da 500 franchi, è stata depositata tre giorni dopo la sconfitta del rivale Jacques Chirac.
Da qui l’accusa del quotidiano francese secondo cui la somma sarebbe invece frutto di una mazzetta versata a Balladur, in qualità di primo ministro, come contropartita di un contratto di vendita di sottomarini dalla Francia al Pakistan. A gestirla sarebbe stato l’ex ministro del Bilancio, oggi a capo dell’Eliseo.
Spunta fuori poi un collegamento con l’ipotesi di un giudice antiterrorismo, Marc Trevidic, che sta indagando sull’attentato che nel 2002 a Karachi costò la vita a 14 persone, tra cui 11 dipendenti della Direzione delle costruzioni navali francese. Per molto tempo dietro l’attentato si pensava si nascondesse la mano di Al Qaeda. Ma Trevidic è andato a fondo alla vicenda orientando le indagini verso la rappresaglia pachistana dovuta all’interruzione, nel 2001, del versamento delle commissioni legate al contratto Agosta firmato nel 1994.
Secondo testimonianze, all’epoca della contrattazione per l’acquisto di sottomarini (per un valore che si aggira introno ai 5,41 miliardi di franchi) furono usati due intermediari libanesi. Per il loro “servizio”, i due ricevettero commissioni del valore di 216 milioni di franchi, da aggiungere ai 338 milioni versati per ungere i militari pachistani. Una prima tranche – 184 milioni – sono stati versati ai libanesi proprio a ridosso del famoso deposito in contanti sul conto del comitato di campagna diretto da Sarkozy.
Due mesi fa, sulla base di una denuncia delle vittime dell’attentato di Karachi per corruzione, la Procura ha aperto un’inchiesta. Secondo l’avvocato delle vittime al “cuore della corruzione” ci sarebbe lo stesso Sarkozy che ora cerca di nascondere l’affaire del caso Agosta tenendo in mano la giustizia.