CANTON (CINA), 21 LUG – Incontrati i vertici politici e di governo e rassicurato il Dragone sulla solidita' e l'affidabilita' del sistema Italia che – anche grazie alla manovra – non teme e non rischia di essere travolto dalle turbolenze dei mercati, il ministro degli esteri Franco Frattini passa alla fase 'due' della sua missione nell'Impero Celeste: stringere una sempre piu' stretta allenza sul campo.
A cominciare dalla provincia del Guangdong, il 'cuore pulsante' dell'economia e del dinamismo cinese dove oggi il capo della diplomazia e' volato per la sua ultima tappa (ma non certo in termini di importanza) del viaggio in Cina. Per un incontro con il segretario del partito della provincia, Wang Yang – 'braccio' di Pechino a Canton ed una delle figure chiave della prossima quinta generazione al potere – con il quale ha chiuso un accordo di collaborazione economica e per uno scambio formativo di studenti cinesi in Italia e viceversa.
Un primo accordo ''pilota'', guardando molto piu' lontano verso una sempre piu' stretta alleanza a 360 gradi, per attrarre in Italia investimenti e sviluppare una partnership industriale tra imprese e distretti.
Anche se la missione in Cina era mirata a far fare un salto di qualita' alle relazioni ''gia' eccellenti'', superando il classico modello del bilaterale economico verso una vera partnership globale politica, nell'agenda cinese di Frattini – anche in quell'ottica di diplomazia economica cui la Farnesina punta sempre di piu' – c'erano anche gli interessi commerciali ed economici Italia-Cina verso l'obiettivo del raddoppio dell'interscambio a 90 miliardi di dollari da oggi (che sono a quota 45 miliardi) al 2015.
Di un sempre maggior feeling con Il Dragone, che non solo e' protagonista sui mercati mondiali e sui grandi temi dell'agenda globale ma e' anche il primo investitore straniero nei titoli di Stato 'tricolore' con una quota che stime fotografano intorno al 13%.
Ed ha ingenti risorse da investire in un momento in cui dall'altra parte del pianeta, nel Vecchio Continente, le capitali sono alle prese con strette e politiche di austerity. L'Italia – con la visita di Frattini – ha portato cosi' in Cina le sue 'credenziali': ha rassicurato sui propri conti e 'chiamato' Pechino nella penisola, affinche' continui a comprare e a fidarsi dei titoli sul suo debito ma investendo anche nel sistema paese.
Un 'sistema' che Roma ha deciso di lasciare anche 'visivamente', donando il padiglione dell'Expo' di Shanghai ai cinesi e trasformandolo, dal prossimo marzo, in una vetrina permanente del 'genio' italiano e di quello che e' capace di fare, dal design alla moda passando per l'enogastronomia.
