La breve guerra tra Russia e Georgia nell’agosto 2008 fu un fulmine a ciel sereno per il mondo, che la dimenticò in fretta come in fretta si concluse.
Ma Ronald Asmus, ex assistente segretario di Stato di Madeleine Albright, durante l’amministrazione Clinton, nel suo libro “Una piccola guerra che ha cambiato il mondo”, sostiene che si trattava di un conflitto preparato e programmato molto tempo prima da parte di Mosca. La Russia aveva una strategia più ampia, voleva inviare un messaggio ben preciso agli Stati Uniti: “Stiamo per mostrare la nostra forza nel XXI secolo.
“Una piccola guerra che ha cambiato il mondo” è uno sguardo affascinante nell’interruzione dei rapporti tra la Russia e l’Occidente, la decadenza e il declino della stessa Alleanza occidentale, e il destino dell’Europa orientale in un momento di crisi economica. Washington era pronta a rispondere: attacchi aerei per distruggere il tunnel di Roki per tagliare le forze russe dall’Ossezia del sud.
Secondo Asmus, l’idea è stata discussa nei minimi dettagli, ma alla fine, il presidente Bush decise di abbandonarla, perché era chiaro che «una tale operazione poteva provocare non solo uno scontro armato con la Russia, ma degenerare in una guerra globale». Il libro di Asmus arriva in libreria dopo un anno e mezzo dal conflitto. Perché? Probabilmente l’autore ha voluto mostrare che nonostante i fallimenti in Iraq e in Afghanistan, gli Usa continuano a “regolare” il pianeta.
