
E’ stato il contenuto del discorso che avrebbe dovuto tenere il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu a spingere il suo omologo armeno a minacciare sabato la firma a Zurigo dello storico accordo fra Ankara e Ierevan per la ripresa delle relazioni diplomatiche.
Solo una lunga mediazione del segretario di stato Hillary Clinton, presente alla cerimonia, ha permesso di sbloccare la situazione e far firmare l’accordo con diverse ore di ritardo. Oggi i giornali turchi attribuiscono alla Clinton tutto il merito di avere salvato, in extremis, la fimr del documento.
Secondo fonti diplomatiche americane, poco prima delle 17 la Clinton era già arrivata all’Università di Zurigo per la cerimonia, quando il ministro degli Esteri armeno Edouard Nalbandian ha fatto sapere che non avrebbe firmato, a causa del discorso che avrebbe fatto Davutoglu. Il segretario di stato aggiunto americano per gli affari europei ed euroasiatici, Phil Gordon, ha raggiunto Nalbandian in albergo, mentre la Clinton rimaneva dentro la sua auto parcheggiata. Dopo un primo inutile colloquio, Gordon è tornato dalla Clinton. Questa dall’auto ha cominciato un giro di telefonate. Dopo un’ora ha raggiunto in albergo Nalbandian e l’ha riportato all’Università per la firma. Per evitare problemi, è stato deciso che nessuno dei due ministri degli Esteri tenesse discorsi. Nalbandian tuttavia ha atteso ancora un’ora e mezzo prima di raggiungere il luogo della cerimonia, e ha sempre mostrato un’aria tesa, senza mai sorridere. “Più volte ho dovuto dire a tutte le parti coinvolte ‘e’ troppo importante, se la cosa fallisce, non potete più tornare indietrò” ha raccontato in seguito la Clinton. Il segretario di stato americano ha mostrato comprensione per il collega armeno: “Aveva delle profonde inquietudini e voleva essere certo che la gente le comprendesse. Noi gli abbiamo fatto sapere che non solo le comprendevamo, ma che eravamo coscienti di quanto questo fosse duro, ma che andava fatto”.
