La Casa Bianca ha divulgato un messaggio di tolleranza religiosa nella settimana che precede l’udienza del Congresso sul radicalismo islamico, un’occorrenza politica che ha già scatenato diverse proteste. Il presidente Obama ha inviato Denis McDonough, consigliere presidenziale alla politica estera, in una moschea dell’area urbana di Washington, conosciuta per la sua cooperazione con l’FBI e la sua opposizione alla visione quaidista dell’Islam. « Essere religiosi non è mai anti-Americano – ha detto McDonough – Essere religiosi è fondamentalmente americano ».
L’intervento del consigliere presidenziale giunge solo quattro giorni prima dell’udienza parlamentare. Domenica 6 marzo a New York, circa 300 persone si sono riuniti per a Times Squares per denunciare l’udienza progettata. I critici della commissione sostengono che un tale approccio designi tutti i musulmani come potenziali terroristi. Il fatto di investigare i musulmani piuttosto che gli estremisti mostrerebbe la xenofobia insita nel ragionamento politico.
Fin dal suo primo giorno di mandato, Barack Obama ha avuto come uno dei primi obbiettivi della sua politica estera quello di riconciliarsi le simpatie dei popoli musulmani e arabi. Le due guerra in Iraq e quella Afghanistan, come pure il supporto incondizionato ad Israele, hanno dato negli anni l’impressione ad una parte importante del mondo islamico che l’America fosse “contro” l’Islam. D’altra parte, la maggior parte dei recenti attacchi terroristici contro cittadini o interessi americani ha coinvolto persone che abbracciano una visione radicale e violenta dell’Islam, rendendo difficile ignorare il ruolo che la religione, pur nella sua versione più retrograda e brutale, gioca nella minaccia antiamericana. Tuttavia, concentrandosi troppo sull’Islam e sui motivi religiosi del terrorismo, l’amministrazione Obama corre il rischio di suscitare l’animosità di una parte dei cittadini del paese. Il tentativo di non alienarsi i musulmani è quindi perseguito anche all’interno degli Stati Uniti, a partire dalle numerose dichiarazioni di tolleranza ed apertura del governo. Parlando ad un forum interconfessionale di musulmani, cristiani, ebrei ed altre fedi, McDonough, pur denunciando l’estremismo violento, è stato chiaro nel suo messaggio di integrazione: «Siamo tutti americani».
Non tutti gli esponenti del mondo politico americano hanno però toni altrettanto concilianti. Il repubblicano, Peter King, presidente del comitato per la sicurezza interna e principale organizzatore delle udienze sul radicalismo islamico, pensa che la comunità musulmana dovrebbe fare di più per far applicare le leggi affinché gli attacchi terroristici vengano contrastati. «Non credo ci sia una cooperazione sufficiente – ha detto intervistato dalla CNN – Nemmeno la polizia di New York e l’FBI credono che ci sia il livello di cooperazione di cui hanno bisogno». D’altro canto, Obama e il suo rappresentante, raccontano un’altra versione, più ottimista, meno critica. I musulmani americani non sono il problema, ma sono la soluzione, dice McDounough. Che continua: «Nessuna comunità può essere lasciata da sola con un compito così grande. Nessuna comunità può diventare esperta in organizzazioni terroriste, su come si evolvono, su come usano le tecnologie per attrarre i giovani».
