Picchetti d’onore, carrozze, lord, duchesse, Londra si prepara ad accogliere degnamente il Presidente del Sudafrica Jacob Zuma. Una visita di stato organizzata secondo il più rigido dei protocolli e il più fastoso dei cerimoniali, alla presenza di Sua Maestà la Regina Elisabetta II.
Una visita dove però l’importante valore diplomatico e politico rischia di di finire in secondo piano rispetto alla curiosità suscitata dall’insigne ospite che l’Inghilterra sta sottoponendo a un esame in piena regola.
Questa mattina (3 marzo), appena un paio di ore prima dell’incontro con la Regina, il controverso leader 67enne ha rischiato di far scoppiare una crisi diplomatica tra i due Stati quando ha definito gli inglesi «imperialisti accondiscendenti» e accusato il Regno Unito di ritenersi culturalmente superiore, in linea con il suo passato coloniale. Le dichiarazioni di Zuma sono arrivate a caldo in risposta ai salaci commenti coloriti che hanno riempito i giornali inglesi relativi alla sua intensa vita privata da poligamo, ma anche alle accuse di corruzione.
Cinque mogli, una fidanzata in lizza per diventarlo, 20 figli, il presidente Zuma ha fatto parlare di sé proprio per la sua esuberanza sessuale, più volte sbeffeggiata sui tabloid inglesi. La poligamia presentava innanzi tutto difficoltà per il rispetto dell’etichetta reale: il presidente ha fatto il suo ingresso a Buckingham Palace con la moglie più recente Thobeka Madiba Zuma.
Il capitolo dei figli intriga forse anche di più i curiosi e puritani inglesi. L’ultimo, il ventesimo, ha creato non poche polemiche e preoccupazioni anche in seno alla Gran Bretagna. L’ultimo nato infatti è frutto di una storia extraconiugale con la figlia del noto giocatore di calcio Irvin Khoza. Proprio quando in Africa si stava avviando la campagna di sensibilizzazione contro la diffusione dell’Aids, che si basa sull’uso del preservativo e sulla scelta di un unico partner. Il presidente in questa occasione ha dato il peggio di sé, sostenendo a cuor leggero che dopo un atto sessuale serve solo una bella doccia, altro che condom.
In una recente dichiarazione, il Treatment Action Campaign (TAC) ha sostenuto che il comportamento del presidente rischia di mettere in pericolo gli sforzi di coloro che agiscono per ridurre, almeno del 50 per cento, la trasmissione della malattia in uno Stato, come il Sudafrica, che presenta il più alto tasso di infezione a livello mondiale.
A parte le polemiche e le controversie, durante questo viaggio le sfide politiche di Zuma verranno poste sotto stretta osservazione. Durante un discorso parlamentare tenuto il mese scorso a Cape Town, questi aveva promesso che il 2010 sarebbe stato un anno di azione per affrontare i temi chiave quali la povertà , la creazione di posti di lavoro e il sottosviluppo che il Paese deve risolvere urgentemente. Di grande rilevanza inoltre la questione della fragile stabilità di governo in Zimbabwe e dell’impresntabile dittatore Mugabe, che verrà discussa con Brown. L’Inghilterra ritiene infatti che il Sudafrica debba esercitare unruolo guida nella regione.
Oltre allo Zimbabwe, tra le priorità in agenda in questa visita ci sono i cambiamenti climatici e i campionati mondiali di calcio del 2010, che inizieranno tra meno di 100 giorni proprio in Sudafrica e rappresentano la sfida più importante che il Paese deve affrontare a breve termine.