La minaccia nucleare rappresentata dall’Iran e il futuro del processo di pace sono stati discussi approfonditamente nell’incontro avvenuto la scorsa notte alla Casa Bianca tra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il premier israeliano Benyamin Netanyahu.
Lo ha dichiarato alla radio militare israeliana il ministro per l’informazione Yuli Edelstein (Likud) che si trova a Washington con Netanyahu e con il ministro della difesa Ehud Barak. In risposta ad una domanda Edelstein ha affermato che la questione del congelamento delle colonie da parte di Israele – invocato a più riprese in passato dall’Amministrazione – «non é stato certo l’argomento centrale» del colloquio».
L’incontro Obama-Netanyahu – fissato con un preavviso molto breve – doveva durare circa mezz’ora. Invece, precisa la stampa israeliana, si è protratto per oltre un’ora e mezzo ed in gran parte si è svolto a quattr’occhi. Al termine del colloquio sia Netanyahu sia Barak hanno mantenuto la massima discrezione sul contenuto e hanno annullato due incontri che avevano previsto in precedenza con giornalisti israeliani a Washington. La Casa Bianca si è limitata a diramare uno scarno comunicato nel quale si afferma che Obama ha ribadito a Netanyahu il forte impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele.
Ieri pomeriggio Obama aveva portato il suo saluto all’assemblea generale degli ebrei del Nord America, in corso a Washington, ed alla quale aveva presenziato anche il primo ministro israeliano.
Intanto la scorsa notte la televisione di stato israeliana ha rivelato che il Segretario di Stato Hillary Clinton avrebbe minacciato le dimissioni non essendo in apparenza soddisfatta del suo lavoro al Dipartimento di Stato.