NEW DELHI- Assediato da creditori-amici a cui doveva denaro, un piccolo commerciante indiano di New Delhi non ha trovato di meglio che uccidere il figlio di quattro anni cercando di far cadere su di essi la responsabilità dell’ infanticidio.
La vicenda è riferita dall’agenzia di stampa Ians, secondo cui Rakesh Kumar, che è stato arrestato, aveva avuto vari problemi con le sue attivita’ commerciali per cui era stato costretto a contrarre prestiti da vari amici. Non potendo restituire le somme ricevute e di fronte a forti pressioni, l’uomo si e’ deciso a mettere in atto un piano che, a suo avviso, avrebbe potuto risolvere la questione. Cosi’ il 9 febbraio è andato alla polizia per denunciare la scomparsa del figlio che, ha suggerito, poteva essere stato rapito.
”Il giorno successivo – ha raccontato il vicecommissario di polizia Sharad Agarwal – il corpo del bimbo è stato recuperato in un canale e l’autopsia ha stabilito che la morte era dovuta a strangolamento” Nel corso delle indagini Kumar, ha ribadito il sospetto che i responsabili dell’uccisione potessero essere proprio i suoi amici a cui non aveva potuto rimborsare il prestito. Ma l’artificio non ha retto all’insistenza degli inquirenti a cui il commerciante ha finito per confessare. ”Ci ha detto che i creditori lo braccavano – ha infine comunicato il vice- commissario Agarwal – e che la sua famiglia lo considerava un fallito. E che in questo modo pensava di poter eliminare il primo problema e trasformare il secondo in solidarietà ”.