
Al Qaeda continuerà a cercare di colpire gli Stati Uniti «fino a quando Osama bin Laden» e il suo numero due, «Ayman al-Zawahiri non saranno uccisi o catturati».
Ne è convinto il capo dell’intelligence Usa, l’ammiraglio Dennis Blair, secondo cui l’obiettivo principale di al Qaeda «resta un attacco a contro gli Usa su larga scala in grado di causare una strage di massa, danneggiare l’economia Usa o entrambi».
Dennis Blair, in un discorso al Congresso, ha elencato i problemi di sicurezza che l’America deve affrontare. Dagli attacchi informatici all’Afghanistan, i terroristi restano una grave minaccia per gli Stati Uniti. I talebani in Afghanistan sono diventati «pericolosi in maniera crescente» e sono stati capaci persino di adeguare le tattiche per far fronte all’arrivo di truppe aggiuntive statunitensi.
Al contrario, l’attività di al-Qaeda è cresciuta rispetto al 2006, ma il suo apporto complessivo alla guerriglia rimane ancora «modesto». Il capo dell’intelligente ha anche affrontato la questione iraniana. L’Iran ha fatto «ulteriori progressi nelle attività di arricchimento dell’uranio» lasciandosi aperta «l’opzione di realizzare un ordigno nucleare», anche se non è chiaro se gli ayatollah hanno la «volontà politica di farlo».
Questo lo stato del dossier nucleare iraniano secondo il rapporto del direttore della National Intelligence Usa. L’Iran si sta già preparando a far fronte a nuove sanzioni e a smussarne gli effetti, cercando nuove fonti di approvvigionamento energetico in Cina e Venezuela. Nel corso dell’audizione al Comitato Servizi del Senato, Dennis Blair ha detto che Teheran «mantiene aperta l’opzione di fabbricare un’arma atomica», ma che le attuali sanzioni hanno minato l’economia del Paese.
Secondo l’intelligence Usa, Teheran ha già delineato i piani per affrontare ogni possibile evenienza e ha «identificato possibili fornitori alternativi di benzina, tra cui la Cina e il Venezuela». Blair ha aggiunto che, secondo la stampa d’opposizione, l’esercito è coinvolto nel contrabbando di petrolio, «che è un modo per aggirare e insieme trarre profitto dalle sanzioni». Nonostante queste attività e nonostante il razionamento della benzina, che potrebbe in parte mitigare alcuni effetti dell’embargo, Blair si è detto convinto che «le sanzioni avranno un impatto negativo sulla ripresa dell’Iran dall’attuale rallentamento economico».
