TEHERAN – Un leader riformista, Ali Shakouri-Rad, e' stato condannato a quattro anni di carcere, dieci di esilio e altrettanti di divieto dallo svolgere attivita' sociali per propaganda contro il sistema e diffusione di notizie non vere. Lo riferisce il quotidiano governativo Iran, anche se la notizia viene considerata ''distorta'' sul sito riformista Kaleme, che si chiede come mai la sentenza, notificata a gennaio, sia stata fatta trapelare pubblicamente solo ora.
Sul sito compare la replica dello stesso Shakouri-Rad, gia' parlamentare nonche' dirigente dell'Islamic Iran Partecipation Front, gruppo bandito dopo le proteste del 2009. Arrestato nel dicembre 2010 dopo aver parlato con la Bbc e poi rimesso in liberta' su cauzione, il leader precisa che la pena detentiva e' di sei mesi maggiore, la condanna prevede anche frustrate e le accuse erano sei, fra cui aver attentato alla sicurezza pubblica.
Ieri alcuni siti riformatori hanno reso noto che l'avvocato e difensore dei diritti umani Abdolfattah Soltani e' stato di recente condannato a 18 anni di carcere e 20 di interdizione dalla professione.
Kaleme ha anche riferito che Narges Mohammadi, assistente del Premio Nobel Shirin Ebadi, e' stato condannato a sei appello. Queste condanne, di cui si ha notizia pochi giorni dopo le ultime parlamentari cui ha ufficialmente partecipato il 65% dell'elettorato, sono le ultime di una serie che ha colpito l'opposizione riformista dopo la contestata rielezione nel 2009 del presidente Mahmoud Ahamedinejad.
In particolare, sta scontando sei anni di carcere Nasrin Sotudeh, legale del Centro per i difensori dei diritti umani di Shirin Ebadi. La direzione del carcere di Evin, secondo Amnesty International, l'ha posta piu' volte in isolamento impedendole, anche di recente, di incontrare i figli.
Nel novembre scorso aveva loro scritto una lettera in cui spiegava perche' si era rifiutata di indossare il chador per incontrarli: non volevo che ''i miei bambini – aveva spiegato – mi vedessero costretta a portare qualcosa non imposto dalla legge e sentissero sotto quale umiliante pressione psicologica'' vivo. Oggi su un sito di opposizione appariva una vignetta: un'urna elettorale a forma di carcere dove, mentre una mano inseriva dal tetto una scheda , dalla porta entravano alcuni prigionieri.
