ROMA, 25 NOV – L'Italia vuole intensificare il pressing su Teheran, anche con l'arma delle sanzioni. E la Farnesina e' pronta a ''discuterne con i partner'', coinvolgendo anche le compagnie petrolifere con un'azione di 'moral suasion' finalizzata a diversificare le forniture di greggio. A scegliere cioe' paesi diversi dall'Iran per gli acquisti di oro nero sui mercati internazionali. Come confermano anche i petrolieri che parlano di 'contatti' in corso da circa un mese con la diplomazia italiana per trovare una strategia di diversificazione che non penalizzi le compagnie e i prezzi sul mercato interno. Un dossier che vedra' i rappresentati delle compagnie lunedi' prossimo partecipare ad una nuova riunione alla Farnesina. E che potrebbe essere affrontato anche dal ministro degli Esteri, Giulio Terzi, con l'ad di Eni, Paolo Scaroni, nell'incontro previsto dall'agenda del ministro per la prossima settimana.
''Siamo profondamente convinti dell'esigenza di intensificare il pressing'' sull'Iran con sanzioni che ''siamo pronti a discutere con i nostri partner''. E ''stiamo esercitando una moral suasion sulle nostre compagnie affinché diversifichino le forniture di greggio'' dall'Iran, ha detto oggi il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari.
Una 'moral suasion' che i petrolieri hanno gia' recepito: ''Siamo da settimane in contatto con gli Esteri'', dice il direttore generale dell'Unione Petrolifera, Pietro De Simone, spiegando che i petrolieri sono pronti allo 'sforzo'. Ma chiedono un "aiuto", auspicando che un'eventuale stop degli acquisti di greggio dall'Iran, qualora dovesse scattare, sia graduale. Dando la possibilità agli operatori di organizzare forme diverse di approvvigionamento. E, in questa direzione, auspicano una 'sponda' della rete diplomatica per l'accesso a mercati alternativi. Primo fra tutti, l'Arabia Saudita.
''Le nostre compagnie acquistano circa 10 milioni di tonnellate l'anno (il 13% del fabbisogno) dall'Iran. Si tratta – spiega l'Up – prevalentemente di greggio 'pesante', destinato alla produzione di bitume. Un tipo di petrolio che, per le sue particolari caratteristiche, crea al momento qualche problema di diversificazione: oltre all'Iran si trova infatti in Russia – con disponibilità praticamente già coperte da contratti in essere – e in Arabia Saudita. Paese quest'ultimo che negli ultimi anni ha preferito rifornire paesi come la Cina rispetto ai mercati europei''.
Da Teheran rimbalza intanto la presa di posizione del viceministro del Petrolio che mette in guardia: ''Le nostre riserve sono troppo importanti'', il mercato petrolifero mondiale ''non puo' fare a meno di noi''.
Dagli Usa, intanto, arriva la notizia che il Tesoro americano, la prossima settimana, informera' gli Emirati Arabi Uniti e Israele sulle nuove sanzioni dirette a Teheran e mirate a considerare l'Iran area di riciclaggio.
